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Cosa è successo tra Ucraina e Russia nell'ultima settimana: i 5 eventi più importanti

La settimana appena trascorsa è stata densa di accadimenti. Ecco cosa è successo nell'ambito della guerra in Ucraina

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La guerra in Ucraina, scoppiata dopo l’invasione da parte della Russia il 24 febbraio, non si ferma. Tra corridoi umanitari minacciati dai bombardamenti, e trattative su cui aleggia lo spettro di presunti avvelenamenti, il conflitto non sembra avvicinarsi a una conclusione. Anche la settimana appena trascorsa è stata densa di accadimenti, che riassumiamo per fornire un quadro dell’attuale situazione.

28 marzo: i Paesi del G7 si rifiutano di pagare il gas russo in rubli

La settimana si è aperta con il vertice del G7 sul tema del gas russo e del pagamento in rubli. Il 28 marzo Putin ha dato disposizioni per accettare la vendita del gas russo esclusivamente dietro pagamento con la valuta russa, mentre i Paesi del G7 hanno definito “inaccettabile” questa imposizione.

L’obiettivo della mossa di Putin è quello di rafforzare la moneta russa, fortemente indebolita dalle sanzioni occidentali, di fatto aggirandole. Ma un altro motivo potrebbe risiedere nell’esigenza di avere un controllo totale del prezzo del gas, così da assicurare un flusso di denaro significativo verso le casse della Russia, che così potrebbe continuare a finanziare la guerra in Ucraina.

Per mettere un argine alla dipendenza dal gas russo, l’Italia ha stretto un accordo con l’Azerbaigian per 9,5 miliardi di metri cubi di gas naturale, con contratti a lungo termine.

30 marzo: Draghi sente Putin

Mercoledì 30 marzo il premier Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin. Nel corso della telefonata, Draghi ha reso chiare le sue intenzioni fin da subito: “Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace”, ha affermato.

Draghi ha invocato il “cessate il fuoco“, sottolineando la disponibilità dell’Italia a contribuire al processo di pace. Dal canto suo, Putin ha illustrato un sistema per il pagamento del gas in rubli, un’eventualità che, come abbiamo visto, è stata respinta dall’Occidente, Italia in primis.

31 marzo: Edy Ongaro ucciso nel Donbass

La sera di giovedì Edy Ongaro, un miliziano italiano che lottava al fianco dei separatisti del Donbass, è rimasto ucciso da una bomba a mano nemica.

Edy Ongaro si trovava in Donbass dopo aver commesso dei reati in Italia. Nel nostro Paese, infatti, il miliziano era ricercato per aver dato un pugno a una barista e aver aggredito un carabiniere: era in attesa di un processo, ma ha fatto perdere le tracce di sé e si è unito alla causa dei separatisti filo-russi nel Donbass.

1° aprile: incendio al deposito di petrolio a Belgorod, in Russia

Venerdì la Russia ha accusato l’Ucraina di aver attaccato un deposito di petrolio a Belgorod, a pochi chilometri dal confine ucraino. Secondo Mosca, ad effettuare l’attacco sarebbero stati due elicotteri avversari. Si è trattata della prima accusa di raid ucraino in territorio russo dall’inizio dell’invasione.

Il deposito di petrolio in fiamme a Belgorod

La notizia di un coinvolgimento da parte dell’esercito ucraino è stata smentita da Kiev, in giornata. Tuttavia, il presidente Zelensky ha usato parole che per qualcuno sono risultate ambigue: “Mi dispiace, ma non parlo dei miei ordini come comandante, leader di questo Stato. Ci sono cose che condivido solo con le forze armate quando parlano con me”, ha detto in merito all’attacco a Belgorod.

Non è ancora chiaro cosa sia successo, ma Lucio Caracciolo, ospite di Otto e mezzo su La7, ha formulato tre ipotesi: o si è trattato effettivamente di un attacco dell’Ucraina, o è stato un atto volontario da parte di soldati ucraini che hanno disobbedito agli ordini, oppure la Russia ha attaccato sé stessa per creare un pretesto per far saltare i negoziati di pace.

2 aprile: il Papa valuta un viaggio a Kiev

Per favorire il percorso di pace, Papa Francesco ha annunciato di stare valutando un viaggio nella capitale dell’Ucraina. Lo ha rivelato ai giornalisti mentre si stava recando a Malta.

A Malta, poi, pur non nominando direttamente Putin, Papa Francesco ha descritto così l’attuale situazione: “E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà”.

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Fonte foto: ANSA

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