Gas russo in rubli, cosa succede dopo il 31 marzo. Per il G7 Putin ha "le spalle al muro"
I Paesi del G7 ritengono "inaccettabile" pagare il gas russo in rubli, ma Putin non ha intenzione di retrocedere. Cosa succede ora
Il presidente russo Vladimir Putin ha dato disposizione affinché entro il 31 marzo vengano accettati, da parte dei “Paesi ostili”, solo i pagamenti in rubli per il gas. Lo ha reso noto il Cremlino. Entro fine mese, dunque, entreranno in vigore i provvedimenti presi dal governo russo per rispondere alle sanzioni dei Paesi occidentali. Ma i Paesi del G7 non sembrano intenzionati ad assecondare le condizioni di Putin.
- Gas russo in rubli dal 31 marzo, la contromossa della Russia alle sanzioni dell'Occidente
- Gas russo in rubli, la replica del G7: "Inaccettabile, Putin ha le spalle al muro"
- Gas russo in rubli, il Cremlino: "Non daremo gas gratuitamente"
- Gas russo in rubli, cosa succede ora
Gas russo in rubli dal 31 marzo, la contromossa della Russia alle sanzioni dell’Occidente
Vladimir Putin ha dato indicazioni alla Banca centrale russa, al governo e a Gazprom, ovvero la multinazionale che gestisce circa il 40% delle importazioni di gas in Europa, di adottare tutte le misure per accettare i pagamenti in rubli entro il 31 marzo.
Ciò significa che, da aprile in poi, nelle speranze della Russia, l’Europa proceda a pagare il gas acquistato con la valuta russa, andando a restituire valore al rublo dopo che le sanzioni occidentali l’avevano fortemente indebolito.
Gas russo in rubli, la replica del G7: “Inaccettabile, Putin ha le spalle al muro”
I Paesi del G7, tramite una dichiarazione diffusa da Berlino, hanno fatto sapere che il pagamento del gas in rubli sia una misura “inaccettabile“. E il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha rincarato la dose, affermando che Putin è con “le spalle al muro“.
“Tutti i ministri del G7 – ha precisato Habeck – hanno convenuto che si tratta di una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti (…) il che significa che un pagamento in rubli non è accettabile”.
L’Italia, qualche giorno fa, aveva già reso chiara la propria posizione in merito alle condizioni imposte dalla Russia.
Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck
Gas russo in rubli, il Cremlino: “Non daremo gas gratuitamente”
Dal canto suo, il Cremlino ha replicato con una dichiarazione che suona come un ultimatum. Il portavoce Dmitry Pesko, citato dall’agenzia Tass, ha affermato: “Di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo. È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione”.
Tuttavia non sono state rese note le contromisure da parte della Russia, qualora l’Europa non proceda con il pagamento con la valuta della Federazione Russa.
Gas russo in rubli, cosa succede ora
Davanti a questo impasse, le soluzioni potrebbero essere due. Da un lato i Paesi europei potrebbero sciogliere i contratti, ritenuti non validi poiché la richiesta del pagamento in rubli viola le condizioni degli stessi; dall’altro Gazprom potrebbe decidere di non rifornire più l’Europa con il gas, creando un deficit che già dal prossimo inverno potrebbe pesare molto per le aziende ma anche per i singoli cittadini.
Eni, la società italiana che si occupa della fornitura del gas, ha fatto sapere che non pagherà in rubli. Come riporta l’agenzia Tass l’ad del gruppo, Claudio Descalzi, è intervenuto al Global Energy Forum di Dubai per fare il punto: “Ora ci chiedono di pagare in rubli e diventa molto difficile comprarlo perché non ne abbiamo e non è nel contratto che prevede il pagamento in euro. E questo non si può cambiare in modo unilaterale”.