Coronavirus, cosa fare in caso di sintomi sospetti: la procedura
Il triage telefonico è la misura scelta per eliminare il rischio di contagio. Il medico si recherà dal paziente a domicilio
Sale l’allerta in Italia per il contagio da coronavirus e la Federazione dei Medici di Famiglia ha fatto sapere qual è la procedura da seguire in caso di sintomi sospetti e come effettuare il cosiddetto triage telefonico. Le misure, come riporta Ansa, sono state decise per eliminare il rischio di contagio derivante dal recarsi di persona presso un pronto soccorso.
“Prima di fare una visita domiciliare o di ricevere in studio un paziente con sintomi sospetti da Covid-19 – ha spiegato il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti – i medici di famiglia faranno un triage telefonico. L’obiettivo è quello di evitare contatti a rischio.
Questo significa che, in caso di sintomi sospetti, bisognerà telefonare al 112 oppure al proprio medico di base. Solo dopo aver posto alcune domande, sarà il medico stesso a decidere se recarsi presso il domicilio del paziente per effettuare una visita.
Il triage telefonico, come indicato dalla Fimmg, prevede domande in merito ai contatti, cioè se vi siano stati incontri con persone dalla Cina, sulle eventuali difficoltà respiratoria del paziente, sugli episodi di dispnea e su quanto velocemente respira rispetto alla norma.
La scheda con le modalità di valutazione è stata inviata via email a tutti i medici di famiglia. La Fimmg, inoltre, ha spiegato che medici in visita a un paziente con sintomi sospetti da Covid-19 dovrà essere dotato di un sistema di sicurezza completo, che comprende le mascherine FPP2 e FPP3, oltre a una tuta e a degli occhiali speciali. Il tutto fornito dalla Asl di competenza.
“Se un paziente contagiato da Covid-19 ma inconsapevole va a farsi visitare dal medico di famiglia – ha messo in chiaro Scotti – oppure se quest’ultimo effettua una visita domiciliare a una persona infetta ma non diagnosticata si crea un problema serio per lo stesso medico e tutti gli altri suoi pazienti”.
Inoltre, sarà necessario mettere a punto una certificazione per chi si trova in quarantena o in auto-isolamento domiciliare e non può andare al lavoro: “Per assentarsi dal posto di lavoro – ha spiegato Paola Pedrini, segretario Regionale di Fimmg Lombardia – serve il certificato medico rilasciato dopo una visita e il controllo successivo del medico dell’Inps. Per evitare che due diversi camici bianchi si espongano al rischio di possibili contagi è auspicabile che in questa situazione di emergenza il Ministero della Salute e le Regioni decidano per l’esonero del certificato”.