Coronavirus, ristoranti: Alessandro Borghese vuole chiarezza
Il celebre chef di Quattro Ristoranti e altri cooking show di successo chiede regole precise per la riapertura dei ristoranti
In vista della fase 2 uno degli interrogativi più insistenti riguarda la ripresa del settore delle ristorazione. Se ne sentono tante, progetti e ipotesi, ma in concreto si attende ancora un protocollo definitivo da parte del Governo. E’ quello che chiede in sostanza anche lo chef Alessandro Borghese volto noto della ristorazione italiana protagonisti in tv di diversi cooking show.
Borghese sottolinea la crisi: “Io nella mia azienda, la AB Normal, ho 64 dipendenti in cassa integrazione, tra cuochi, camerieri, ufficio marketing”. Lo chef di Quattro Ristoranti che sta per ripartire con la nuova edizione su Sky, fa una riflessione su quello che sarà il mese di maggio con la tanto sospirata fase 2: “Se il governo non ci dà delle regole ben precise su cui possiamo riflettere, non possiamo avere la visione di che cosa accadrà. Le regole sono quelle che ci mancano. La ripresa sarà forte perché la gente ha voglia di uscire, ha voglia di andare al ristorante e ha anche voglia di rilanciare l’economia. Succederà nel momento in cui capiremo quali sono “.
Le preoccupazioni dello chef. Borghese, immaginando scenari futuri, fa anche una distinzione tra ristoranti: “Mi preoccupa molto il discorso della ristorazione più piccola – le parole riprese da Adnkronos – meno i ristoranti di un certo calibro, che già di per sé hanno pochi tavoli in spazi ampi”. Ma anche il distanziamento sociale, secondo lo chef avrà delle ripercussioni perchè, come sottolinea, “la gente è abituata a socializzare al bancone di un bar, di un locale, facendo conversazione durante l’aperitivo. Questo forse verrà un po’ meno”.
L’idea. Proprio nei giorni scorsi alcuni ristoratori hanno lasciato intravedere possibili progetti di riapertura dei loro locali con divisori tra i tavoli e barriere di plexiglass anche tra i commensali degli stessi tavoli.