Coronavirus, picco contagi: parla Pregliasco. Cosa accadrà dopo
Pregliasco e Ricciardi hanno parlato dei tempi di questa emergenza legata al dilagare del coronavirus, tra picchi e misure restrittive
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, è tornato a parlare del picco dei contagi di coronavirus e dell’efficacia delle misure di contenimento istituite dal Governo. Al Corriere della Sera, Pregliasco ha affermato: “Pur con tutte le cautele del caso, vediamo come l’incremento percentuale giornaliero dei soggetti positivi, pur con un valore numerico che aumenta ancora, evidenzia un rallentamento della crescita. Non è ancora la fase calante, ma è un buon segnale. Il picco, infatti, si verifica quando si raggiunge il valore massimo di nuovi casi in un giorno”.
Coronavirus, Pregliasco: “I nuovi casi potrebbero non abbassarsi”
Sono state fatte diverse ipotesi sul periodo in cui si verificherà il picco, e su questo punto Pregliasco ha dichiarato: “Quello che abbiamo fatto con le restrizioni è ‘flettere la curva’, cioè abbiamo fatto diventare la montagna una collina. Nei prossimi giorni ci dobbiamo aspettare un plateau, un ‘altopiano’. Attenzione, però, i nuovi casi per un po’ potrebbero anche non abbassarsi. Sarà dovuto al campionamento: quando i soggetti infetti sono meno, li si riesce a tracciare tutti”.
Coronavirus, la durata dell’epidemia
Sulla durata dell’epidemia in Italia, sul Corriere della Sera si ipotizza che potrebbe verificarsi un calo dei contagi dal prossimo weekend. E Walter Ricciardi, membro del comitato esecutivo dell’Oms, si dice d’accordo: “Più che di picco si parla di appiattimento della curva epidemica e, se le misure saranno rispettate, abbiamo la ragionevole possibilità di avere invertito il trend”.
Coronavirus, la previsione sulle vittime
Sul numero dei morti, Pregliasco ha azzardato una previsione: “Purtroppo ci aspettiamo sempre 500-600 decessi quotidiani ancora per una settimana. Il numero di vittime, inoltre, fotografa la situazione esistente una settimana prima, visto che il peggioramento delle condizioni dei pazienti di solito avviene dopo circa sette giorni di malattia”.
Ma sulle ipotesi future, Ricciardi ha frenato: “Nessuna istituzione seria vuole fare previsioni che non siano assolutamente certe”.
Coronavirus, emergenza diversificata nel Paese
A complicare i calcoli sull’arrivo del picco è anche il fatto che l’emergenza coronavirus risulta diversificata nel Paese, “a macchia di leopardo”, anche nell’ambito della stessa regione: è il caso della Lombardia, dove in alcune zone c’è stato un appiattimento della curva di contagi mentre in altre l’allarme è ancora alto.
Pregliasco ha però precisato: “Nonostante le variabili regionali mi aspetto che, dopo l’inversione di tendenza, la discesa sia chiara ed evidente a fine aprile“.
Coronavirus, quando finirà e cosa accadrà dopo
Sui comportamenti che dovremo adottare dopo la fine dell’emergenza, Pregliasco ha sottolineato: “Dovremo mantenere un’attenzione elevata come stanno facendo a Wuhan, tenerci in casa mascherine e disinfettanti per le mani almeno per il prossimo anno (o due). La ripartenza non sarà istantanea: diverse pandemie hanno avuto ondate successive, anche se con meno casi complessivi”.
Ricciardi ha poi immaginato per quanto tempo ancora si protrarrà l’emergenza: “Torneremo a una vera normalità quando avremo una cura specifica e un vaccino e ci vorranno mesi“.