Coronavirus, perché ci sono meno malati gravi: parla Locatelli
Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha definito "confortanti" i dati sull'andamento dell'epidemia di coronavirus
I numeri sull’andamento dell’epidemia di coronavirus in Italia sono “confortanti” ma “documentiamo ancora un numero di tamponi positivi di una certa consistenza”. Lo ha detto a SkyTG24 il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. Per questo “dobbiamo continuare sulla linea della prudenza fino ad arrivare a ridurre a zero i contagi nel nostro Paese”.
Locatelli ha spiegato che rispetto alla fase acuta dell’epidemia ora si vedono malati di Covid-19 meno gravi e con un’età più bassa. Questa riduzione della gravità delle manifestazioni cliniche è dovuta ad una minore carica virale, a sua volta imputabile all’uso delle mascherine.
La riduzione del numero di contagiati e il fatto che usiamo dei dispositivi di protezione individuale genera “una sorta di circolo per cui quanto è più bassa la carica infettante tanto più bassa lo sarà anche in chi si infetta. Per questo, oggi i malati sono significativamente meno gravi”.
Mentre , aggiunge, “non abbiamo affatto evidenze” di una “mutazione che in qualche modo ha ridotto il potere di aggressione del virus”.
Locatelli ha parlato anche dello studio americano, basato su immagini satellitari, che anticiperebbe l’inizio dell’epidemia a Wuhan: far risalire la diffusione dei contagi a ottobre sulla base di una maggior presenza di malati negli ospedali “mi sembra una deduzione un po’ forzata”.
“Credo che sia difficile – ha detto – trarre delle conclusioni rispetto alla presenza aumentata negli ospedali nella zona di Wuhan già nel mese di ottobre. Andrebbe chiarito prima perché c’è stato un incremento di afflusso di malati negli ospedali di quell’area prima di trarre delle conclusioni definitive in questa prospettiva”.
Riguardo al dibattito sugli asintomatici innescato dalle affermazioni dell’Oms, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha detto che i pazienti con sintomi hanno una maggiore capacità di infettare, ma anche quelli senza sintomi possono essere contagiosi.
“Ci sono – ha spiegato – pubblicazioni scientifiche che documentano che anche in soggetti asintomatici la carica virale sia significativamente elevata e quindi i soggetti asintomatici certamente hanno la possibilità di infettare”.