Coronavirus, errori nell'emergenza lombarda? Fontana si difende
Il governatore della Lombardia ha commentato gli ultimi dati sull'epidemia: "Ero convinto che rallentasse più velocemente"
“Aspetteremo quello che ci dicono i nostri esperti, i virologi e gli epidemiologi per capire l’andamento di questa curva che sta rallentando ma molto molto adagio. Io ero convinto che rallentasse più velocemente, ma mi auguro che sia una questione di giorni”. Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana a Centocittà su Rai Radio 1, rispondendo ad una domanda sull’eventuale riapertura a maggio.
“Mi auguro – ha detto – che presto si vedano ancora di più gli effetti benefici di questa chiusura perché probabilmente stiamo ancora vedendo le cose del periodo in cui eravamo semichiusi. Abbiamo fatto un periodo di discesa moderata, io sono convinto che presto inizierà una discesa più intensa, violenta e verticale e si interromperà il contagio”.
Alla domanda se ci siano stati errori nella gestione dell’emergenza da parte della Lombardia, alla luce dell’altissimo tasso di mortalità nella regione, Fontana ha risposto: “Io vorrei che mi facessero delle contestazioni specifiche sugli errori. Purtroppo noi abbiamo seguito i protocolli, abbiamo fatto tutte le scelte in accordo con l’Istituto superiore di Sanità”.
“Abbiamo dovuto ricorrere alla ospedalizzazione perché da noi la gente se non veniva ospedalizzata purtroppo non riusciva a sopravvivere. Quindi vorrei capire quali possono essere le contestazioni sugli errori commessi”.
“Il virus – ha aggiunto – è stato particolarmente violento in Lombardia perché molto probabilmente stava circolando nel nostro territorio già da parecchi giorni, come dicono gli esperti. Se no non si spiegherebbe una ondata di una violenza inaudita che non ha potuto in nessun modo essere controllata”.
Il governatore ha spiegato che in Lombardia “abbiamo più che raddoppiato i ventilatori. Siamo partiti con 725 respiratori all’inizio della crisi e siamo arrivato a oltre 1600, quindi li abbiamo più che raddoppiati. Li abbiamo dati a tutti, ma è chiaro che è stato una sforzo immane ed è stata la prova del fatto che tanta gente avesse bisogno di un ventilatore, non è che lo concedessimo come uno sfizio. Lo facevamo perché se no la gente moriva”.
Parlando dell’ordinanza regionale che vieta la riapertura di librerie e cartolerie, Fontana ha detto di aver “cercato di essere più rigorosi possibile, abbiamo chiesto di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi”.
“Purtroppo – ha spiegato – fa parte delle nostre abitudini, quando si entra in libreria, prendere in mano tanti libri, toccarli, aprirli, sfogliarli e poi magari rimetterli al loro posto, e questo può essere sicuramente un motivo di contagio notevole”