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Coronavirus: come funziona, dai sintomi all'incubazione

Chi rischia di più e quanto può resistere il virus nell'aria

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Febbre e affanno. Sono i sintomi principali che compaiono all’inizio dell’infezione da coronavirus. I campanelli di allarme per chi, di fatto, è positivo (ma non asintomatico). Sono stati quasi sempre riscontrati insieme: più dell’80% dei casi diagnosticati. Si aggiunge la tosse, registrata nel 50%.

È quanto emerge dall’analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo, condotta dall’Istituto superiore di sanità. Tra i sintomi secondari, diarrea ed emottisi (5%).

Coronavirus, la febbre: cosa fare se si ha più di 37.5°

Ma cosa deve fare chi ha una temperatura che supera i 37.5°, accompagnata da tosse o dispnea? La raccomandazione del ministero della Salute è di restare a casa, senza recarsi al pronto soccorso. Si deve chiamare il proprio medico di famiglia: insieme a lui si valuterà, telefonicamente, la situazione.

Alla presenza di due o più sintomi specifici, comunque, si possono chiamare direttamenti i numeri di emergenza: 112 e 118.

Coronavirus, tenere sotto controllo i sintomi

Il coronavirus aggredisce le vie respiratorie, ma i campanelli di allarme sono diversi e i sintomi rimandano a quelli dell’influenza.

I più comuni sono febbre, stanchezza, tosse secca (ma senza catarro), dolori muscolari, congestione nasale, congiuntivite, mal di gola, diarrea.

Tutti lievi, come un malanno stagionale. Se però diventano più intensi nel giro di due giorni va chiamato il medico. Il rischio, infatti, è che l’infezione evolva velocemente in polmonite.

Coronavirus, le categorie a rischio: anziani e immunodepressi

Il coronavirus si trasmette con molta facilità e spesso tra persone che non sviluppano sintomi. I dati dicono che l’80% dei soggetti infettati guarisce senza il bisogno di cure particolari.

Ci sono però categorie di pazienti più esposti. Si ammalano gravemente, con polmonite spesso bilaterale con insufficienza respiratoria. Hanno patologie sottostanti, soffrono quindi cronicamente di diabete, cardiopatie, ipertensione, epatopatie, neoplasie o immunodeficienze.

Tutte queste persone hanno le maggiori possibilità di veder sviluppare la malattia nella sua forma più grave.

Ed è proprio per loro che è importante stare a casa, evitando di diffondere il contagio e di aumentare la pressione sulle strutture ospedaliere, già molto provate.

Coronavirus, quando dura l’incubazione e quante persone rischiamo di contagiare

Melania Rizzoli, medico e assessore al Lavoro in Regione Lombardia, sulle pagine del quotidiano Libero si sofferma sul periodo di incubazione. “Il tempo che intercorre tra il contagio e lo sviluppo dei sintomi, che si stima di circa 14 giorni, è il periodo più pericoloso sia per diffondere che per contrarre il contagio”.

Questo perché “essendo la malattia in queste due settimane assolutamente asintomatica, la persona infetta, e da subito contagiosa, si sente bene, non accusa nessun disturbo, per cui continua ad uscire e relazionarsi con più persone, diffondendo, seppur inconsapevole, il Covid-19 ad almeno 18 soggetti“. Che manifesteranno i sintomi dopo due settimane.

Coronavirus, come si trasmette e perché è importante lavarsi spesso le mani

Il virus viaggia essenzialmente attraverso le persone. Si trasmette con un contatto stretto e ravvicinato con un soggetto già malato, le cui vie primarie di trasmissione sono le goccioline di saliva emesse nel parlare, tossire o starnutire.

O ancora attraverso contatti diretti personali, per esempio toccando una mano contaminata e poi toccandoci bocca, naso oppure occhi. Per questo è fondamentale lavarsi spesso le mani.

In rari casi il contagio è avvenuto per via oro-fecale, durante rapporti sessuali non protetti, con la pratica del sesso orale, con partner in fase di incubazione o già sintomatici.

Coronavirus, quanto può resistere nell’aria

La trasmissione però non avviene solo per contatto diretto. Il coronavirus, infatti, può sopravvivere alcune ore nell’aria.

“Per cui è buona norma il lavaggio frequente ed accurato delle mani dopo aver toccato superfici ed oggetti potenzialmente sporchi e contaminati, che andrebbero disinfettati con prodotti contenenti alcol al 75% o a base di cloro all’ 1% (candeggina)”, scrive la Rizzoli.

Non si trasmette con gli alimenti, meglio evitare comunque il contatto tra crudi e cotti.

Fonte foto: Ansa
Coronavirus, vademecum: cosa fare in caso di sintomi e dubbi

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