Coronavirus: annunciato il rientro di 80 italiani dalla Cina
La decisione del consiglio dei ministri alla luce dei due casi accertati nel nostro Paese
Sono stati accertati i primi due casi di coronavirus in Italia. Si tratta di una coppia di cinesi originaria della provincia di Wuhan, arrivata il 23 gennaio a Milano e giunta a Roma dopo alcune tappe in Italia. Dalla Farnesina sono arrivate le prime informazioni sul recupero dei nostri connazionali bloccati in Cina.
Coronavirus: 80 italiani torneranno da Wuhan lunedì
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha fatto sapere in teleconferenza con l’ambasciatore italianio in Cina Luca Ferrari che l’aereo con 80 italiani recuperati dalla Cina atterrerà all’inizio della prossima settimana nella Penisola.
“Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio cioè lunedì mattina atterreranno in Italia i nostri connazionali, circa 80 che in questo momento sono a Wuhan. Ovviamente saranno sottoposti a un regime sanitario qui in Italia in un luogo dedicato“, ha dichiarato secondo quanto riporta l’Ansa. “Non ci sono contagi di italiani”, ha precisato Di Maio. Dopo l’arrivo lunedì in Italia i connazionali “saranno portati in una struttura militare dove sarà avviato il protocollo sanitario”.
Coronavirus, dichiarato lo stato di emergenza
Il consiglio dei ministri, come riporta Ansa, ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso al coronavirus. I contenuti della delibera saranno stilati dalla Protezione civile e dal Ministero della Salute.
Secondo quanto si apprende da fonti del governo, il consiglio dei ministri ha stanziato 5 milioni e ha dichiarato uno stato di eemrgenza della durata di 6 mesi.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dichiarato: “Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell’Oms abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars. Le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale“.
Che cos’è lo stato di emergenza e in cosa consiste
Lo stato di emergenza, come ha spiegato il Ministero della Salute, è uno strumento che consente di velocizzare l’organizzazione degli strumenti per affrontare gli eventuali casi di diffusione del coronavirus.
La somma messa a disposizione dal Consiglio dei ministri consente anche di affrontare possibili spese: dal reclutamento di un numero maggiore di medici, all’affitto di un edificio per la sorveglianza sanitaria, ai mezzi per il trasporto di casi sospetti di virus polmonare. Intanto, gli albergatori devono continuare a comportarsi come hanno fatto finora: accogliere e segnalare al 118 solo se vi è necessità.
Si tratta della prima volta che l’Italia decreta lo stato d’emergenza in conseguenza di un rischio sanitario legato alla diffusione di un virus. Nel 2003, come riporta Ansa, in seguito all’epidemia di Sars il governo italiano nominò l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso Commissario straordinario per l’emergenza.
In quel caso l’ordinanza prevedeva l’assunzione di medici e infermieri e l’adeguamento delle dotazioni e potenziamento delle strutture degli ospedali Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano, oltre alla realizzazione di nuove strutture dedicate alle malattie infettive. All’epoca si decise per una deroga del Trattato di Schengen sulla libera circolazioni dei cittadini per attivare controlli sui passeggeri provenienti da aree a rischio.
Coronavirus, due casi accertati in Italia: l’annuncio
A dare l’annuncio ufficiale dei primi due casi accertati di coronavirus in Italia era stato ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione di una conferenza stampa allestita a Palazzo Chigi, al fianco del ministro della Salute Roberto Speranza e del direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito.
Lo stesso Conte aveva annunciato un’ordinanza che chiude il traffico aereo da e per la Cina. Secondo il ministro Speranza l’insorgenza di casi di Coronavirus in Italia è “un fatto abbastanza normale se pensiamo alla statistica, visto che in Europa ci sono 10 casi”.
Il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito ha annunciato che i due cittadini cinesi, primi casi accertati di Coronavirus in Italia, sono “ricoverati in isolamento e in buone condizioni” e che ciò “ci fa pensare che non ci siano persone esposte”.
Coronavirus, due casi in Italia: dove sono stati e con chi
I due turisti cinesi risultati positivi al Coronavirus sono arrivati in Italia il 23 gennaio con un volo atterrato a Milano Malpensa. Dopo un soggiorno nel capoluogo lombardo si sono poi diretti a Parma e in altre città d’arte, per poi arrivare a Roma martedì scorso. Nella Capitale si sarebbero spostati per il centro storico, visitando musei e altri luoghi d’interesse turistico.
I due sarebbero passati anche da Firenze. Lo ha reso noto la Regione Toscana tramite l’Ansa, spiegando di aver ricevuto la “notizia ufficiale che i due cittadini cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma con positività al coronavirus sono passati da Firenze, dove hanno soggiornato due giorni. La Regione ha immediatamente attivato l’indagine epidemiologica, per individuare i possibili contatti a rischio”.
“È improbabile“, ha dichiarato Danilo Tacconi, direttore di malattie infettive Asl Toscana Sud Est nella nota, “che i due cittadini cinesi possano aver contagiato altre persone nelle varie città visitate, perché il virus si trasmette solo con un contatto molto ravvicinato”.
Per “contatto stretto” si intende, secondo le indicazioni ministeriali, “esposizione dovuta ad assistenza sanitaria, compresa assistenza diretta a pazienti affetti da nCoV, lavorare con operatori sanitari infettati da nCoV, visitare pazienti o permanere nello stesso ambiente di un paziente con nCoV, lavorare a stretto contatto o condividere la stessa classe con un paziente con nCoV, viaggiare con un paziente con nCoV, con qualsiasi mezzo di trasporto, vivere nella stessa casa di un paziente con nCoV”.
Coronavirus, ultimi voli in arrivo in Italia da Cina
Madre e figlio passeggeri del volo 0946 dell’Air China, uno degli ultimi in arrivo a Malpensa da Pechino dopo il blocco aereo annunciato da Conte, hanno raccontato in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “Prima di scendere dall’aereo gli operatori sanitari, vestiti con le protezioni, mascherine e visiere, ci hanno misurato due volte la febbre con un termometro a infrarossi, ci hanno chiesto i contatti e gli spostamenti e consegnato un vademecum”.
Coronavirus, dove andranno gli italiani in quarantena
Secondo ‘TgCom24’, il luogo scelto per porre in quarantena gli italiani che rientreranno in patria da Wuhan, epicentro del coronavirus, è la “città militare” della Cecchignola, nella periferia sud di Roma.
Secondo quanto riferito da ‘Ansa’, l’aereo che dovrà rimpatriare i cittadini italiani bloccati dall’epidemia di coronavirus a Wuhan è atteso domenica mattina 2 febbraio. Questo è quanto prevede l’ultima bozza del piano concordato con le autorità cinesi, secondo cui la ripartenza avverrà dopo due ore.
Un’altra fonte consultata da ‘Ansa’ ha messo in guardia dai rischi sulle variazioni al programma, in base all’esperienza fatta da altri Paesi. Ad esempio, l’evacuazione dei cittadini britannici sarebbe stata ritardata in risposta alla mossa di British Airways sullo stop ai voli da e per la Cina.
Allo stato attuale, ha sottolineato la fonte, le variazioni potrebbero consistere nell’arrivo anticipato o ritardato di alcune ore. Tra i requisiti per la partenza dei connazionali c’è l’assenza di contagio. Sarebbero escluse le persone con passaporto cinese nell’ambito delle coppie miste, pendendo i divieti a lasciare l’area isolata dalle autorità di Pechino.