Coronavirus: 500mila casi reali in Italia, l'ipotesi di Lopalco
Secondo l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco i casi positivi al coronavirus sono almeno 10 volte in più dei contagi accertati
I casi confermati di contagio da coronavirus in Italia “sono oltre 50mila ma è probabile che le persone realmente contagiate ma che presentano sintomi molto lievi o asintomatiche siano almeno 10 volte in più, ovvero 500mila“. Lo ha affermato all’Ansa Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Siena e responsabile epidemiologia nella task force Covid-19 della Regione Puglia.
“È probabile dunque che ci siano circa 500mila casi positivi ma passati inosservati perché, appunto, con sintomi lievi o totalmente asintomatici. Tale percentuale – ha spiegato – è sovrapponibile anche negli altri Paesi ma va detto che in qualunque sistema di sorveglianza è riportata solo la punta dell’iceberg e ciò accade in relazione a tutte le situazioni epidemiche. È la normale dinamica dei sistemi di sorveglianza per tutte le malattie”.
Tali dati, confermati anche dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, “non vogliono però dire che l’epidemia è fuori controllo: infatti – ha precisato l’esperto – laddove si identificano i casi sintomatici e si effettua la ricerca di tutti i contatti procedendo dunque al loro isolamento anche se asintomatici, si determina una efficace interruzione della catena del contagio”.
Questo, sottolinea, “è il modello ‘Sud-Corea’ di cui si parla tanto, solo che nel Paese asiatico si usano le app per tracciare mentre da noi c’è una efficace azione da parte dei dipartimenti di prevenzione che seguono e gestiscono le persone in isolamento”.
Al momento secondo Lopalco, “le misure più efficaci per gestire il problema degli asintomatici restano la loro individuazione ed il loro isolamento. Non esistono altre strategie più efficaci di quelle messe in pratica”.
In merito poi all’estensione dei test, l’epidemiologo ha affermato che l’Italia è già il secondo Paese, dopo la Corea del Sud, ad averne fatto il maggior numero: “Estendiamoli finché è possibile ma in ogni caso sarebbe impensabile, oltre che inutile, effettuarli a tappeto a tuta la popolazione”.
Ad oggi, conclude, “possiamo dire che tutte le misure messe in atto, a partire dall’isolamento sociale, sono quelle più efficaci e che permettono di tenere sotto controllo l’epidemia“.