Consiglio dei ministri: pronta riforma dell'Irpef a tre scaglioni, Superbonus prorogato per i redditi bassi
Il Governo ha preso le ultime decisioni sulla proroga del Superbonus e sulla riforma dell'Irpef
Irpef e Superbonus, decisioni prese. L’ultimo Consiglio dei ministri dell’anno ha delineato i dettagli della riforma dell’Irpef e del decreto che cambierà alcuni dettagli sul Superbonus per il prossimo anno.
Le novità dell’Irpef
il Governo ha trovato l’accordo sulla riforma dell’Irpef, legata alla Delega fiscale concessa mesi fa dal parlamento. Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente quattro decreti attuativi, tra cui proprio quello che cambia l’imposta sul reddito.
“Il Governo procede speditamente sull’attuazione della Delega e chiude il 2023 rispettando tutti gli obiettivi che si era prefissato. Nel 2024 verrà completata la rivoluzione fiscale che l’Italia aspetta da più di 50 anni” ha riferito Palazzo Chigi.
La principale novità contenuta in questi decreti è la riduzione da 4 a 3 degli scagioni Irpef. Fino a 28.000 euro l’aliquota sarà del 23%, tra 28 e 50 mila euro andrà al 35% mentre oltre i 50 mila euro rimarrà al 43%.
Il Superbonus nel 2024
Novità importanti anche per il Superbonus. Forza Italia si era opposta all’idea di non modificare in nessun modo i bonus edilizi. Il partito di centrodestra ha ottenuto dai suoi alleati alcune modifiche.
Per prima cosa viene confermato fino alla fine del 2024 il bonus al 70%, come già previsto nella riforma che ha cominciato la progressiva dismissione dell’incentivo alla ristrutturazione di case e condomini.
La vera novità riguarda chi ha avviato i lavori con il Superbonus al 110%, ma ha un reddito inferiore a 15.000 euro l’anno e non ha ancora completato la ristrutturazione entro il 31/12/2023.
In questo caso, grazie al nuovo decreto legge che verrà appositamente approvato per questa norma, il bonus sarà confermato al 110%, permettendo quindi a chi ha ancora ristrutturazioni in corso e un reddito molto basso di non dover restituire il costo degli interventi.
Nessun accordo sul decreto Crescita
Il Consiglio dei ministri non ha invece trovato l’accordo per prorogare il decreto crescita, tema su cui ci sarebbe stata un’accesa discussione all’interno della maggioranza di governo durante l’ultimo incontro.
Una decisione che preoccupa anche la squadre della Serie A di calcio, che approfittavano dello sconto fiscale che il decreto Crescita offriva ai lavoratori che venivano a lavorare in Italia con un contratto di almeno due anni.