Come funzionano i nuovi vaccini contro il Covid e a che punto sono quelli orali: intervista a Massimo Ciccozzi
Il picco di contagi Covid sembra alle spalle, ma rimane l’attenzione ai più fragili: come funzionano i nuovi vaccini, l'intervista a Massimo Ciccozzi
Da alcune settimane è partita la campagna vaccinale contro il Covid, che punta a contenere la diffusione del virus. I contagi non sono in crescita, anzi secondo alcuni esperti il picco massimo si sarebbe già raggiunto, mentre altri invitano a non abbassare la guardia, soprattutto i pediatri. Intanto il Giappone sta sperimentando con successo i vaccini orali, ma anche in Europa ce ne sono di nuovi. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione dell’evoluzione del vaccino Spikevax di Moderna, messa a punto per proteggere dalla variante di Omicron XBB.1.5 (Kraken). Sarà riservato ad adulti e bambini di età superiore ai 6 anni. La stessa azienda farmaceutica ha anche annunciato che entro il 2025 potrebbe rendere disponibile un unico vaccino bivalente, efficace contro il Covid-19 e l’influenza stagionale: “Si tratta del cosiddetto combo, che potrebbe arrivare se – come pare – il virus è destinato a rimanere in circolazione ancora a lungo, seppure meno pericoloso”, commenta l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, dell’Università Campus Biomedico di Roma, a Virgilio Notizie.
- Al via le vaccinazioni con la quinta dose
- Il picco del Covid nel 2023
- Vaccinazioni multiple: perché?
- Il bivalente contro Covid e influenza
- Il vaccino sotto forma di pillola
- Perché i pediatri invitano alla prudenza
Al via le vaccinazioni con la quinta dose
La prima a partire con la nuova campagna vaccinale è stata la Lombardia, il 1° ottobre, seguita dalla Regione Lazio, il 2.
In 80 centri lombardi si è offerto il nuovo vaccino agli over 60, ai bambini dai 2 ai 6 anni, a donne in gravidanza, operatori sanitari, appartenenti alle Forze dell’ordine, polizia locale, vigili del fuoco, insegnanti e personale scolastico.
Ci sono, però, categorie di fragili per le quali rimane una particolare raccomandazione, è stato confermato dalle autorità sanitarie lombarde: “Sicuramente gli anziani. Nella Regione Lazio, ad esempio, si è partiti con gli over 80, i fragili per patologie specifiche e anche gli operatori sanitari, specie quelli che lavorano nelle Rsa. Ricordiamo, però, che i vaccini attuali non impediscono la circolazione e il contagio, ma proteggono dai sintomi gravi della malattia. Non va dimenticato che l’unica misura realmente efficace contro il contagio è la mascherina”, precisa Ciccozzi.
Il picco del Covid nel 2023
Le vaccinazioni, dunque, sono partite, con un vaccino di Pfizer e Moderna che sarebbe efficace contro tutte le varianti in circolazione.
“È stato messo a punto contro la variante Kraken, la Omicron XBB 1.5, ma secondo le due aziende farmaceutiche coprirebbe anche nei confronti delle ultime due isolate, cioè Eris e Pirola. Va detto che la prima è in discesa, mentre non si è capito se Pirola possa rimanere presente in modo serio perché presenta oltre 30 mutazioni nuove”, osserva Ciccozzi.
Vaccinazioni multiple: perché?
In alcuni ambulatori lombardi è stato anche somministrata la vaccinazione anti-pneumococco e anti-herpes zoster per i soggetti in target.
Perché? “Teoricamente sono causate da virus e un batterio, lo pneumococco, differenti. Per questo stimolano in maniera diversa il sistema immunitario: la trivalente si può fare, anche se io distanzierei le somministrazioni di una settimana, specie negli anziani che non hanno un sistema immunitario così florido: potrebbero dar loro fastidio”, spiega Ciccozzi.
Il bivalente contro Covid e influenza
“Da tempo le aziende farmaceutiche avevano annunciato la possibilità di avere un vaccino bivalente, cioè che copre da influenza e Covid insieme. In ogni caso occorre anche ricordare che le dosi sono inferiori rispetto alla somministrazione singola di ciascuno dei due”, spiega Ciccozzi.
“Io credo che il virus del Covid rimarrà ancora per un certo periodo, quindi occorrerà comunque proteggere i più fragili. A meno che non avvenga uno spill over, cioè un passaggio a un altro animale, come avvenuto nel luglio 2002 con la Sars. Oppure si potrà contare su nuovi vaccini, in grado – quelli sì – di impedire il contagio, come quello allo studio in Giappone”, aggiunge l’esperto.
Il vaccino sotto forma di pillola
Proprio in Giappone si cercano nuove forme di protezione per via orale, più agevoli da somministrare e persino più efficaci.
Alcuni ricercatori lavorano a pastiglie contro il Covid.
Finora è stato testato con una somministrazione per via sublinguale ad alcuni esemplari di scimmia, dando una risposta anticorpale senza effetti collaterali.
I dati sono dunque incoraggianti: “È molto interessante perché evita il contagio, impedendo l’ingresso del virus nelle mucose nasali, a livello della bocca e degli occhi – sottolinea Ciccozzi –: con quel tipo di vaccino, insieme a quello che evita sintomi gravi, è possibile ipotizzare che il virus possa essere eradicato. Personalmente ho molta speranza, anche perché eviterebbe le mascherine che sono particolarmente difficili da portare per i bambini”.
Perché i pediatri invitano alla prudenza
Se il Direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, definisce “assolutamente irrilevante l’impatto sugli ospedali” dei contagi attuali, proprio i pediatri esortano a non abbassare la guardia per contenere i contagi nelle scuole.
In particolare si raccomanda un tampone in caso di sintomi respiratori anche moderati.
In caso di positività si invita a non mandare i bambini a scuola fino a che non scompaiono i sintomi e comunque per almeno 5 giorni.
Intanto negli Stati Uniti i Centers for disease and control (Cdc) consigliano la vaccinazione a tutta la popolazione a partire dai 6 mesi in su. Il motivo è che “rimane la migliore protezione contro ricovero e morte legati a Covid-19. E riduce anche la possibilità di subire gli effetti del Long Covid, che può svilupparsi durante o in seguito a un’infezione acuta e durare per un periodo prolungato”, come spiegano appunto i Cdc.
“In realtà, mentre per i fragili è assolutamente importante la vaccinazione, per i più giovani non ne vedo il motivo: se in salute il sistema immunitario, salvo particolari situazioni, è in grado di reagire”, conclude Ciccozzi.