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Comandante dei carabinieri arrestato a Prato per corruzione: favori a imprenditori in cambio di regali

Il comandante dei carabinieri di Prato è stato arrestato per corruzione. Agli arresti domiciliari anche gli imprenditori a cui elargiva favori dietro compensi

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Paola Palazzo

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Su Virgilio Notizie si occupa di vari settori, dalla cronaca alla cultura, ma la sua più grande passione sono la moda e le tendenze. Durante il Master di Giornalismo alla Lumsa di Roma, muove i primi passi nelle redazioni di testate online e televisive. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali nazionali e locali

Forniva informazioni riservate a imprenditori amici in cambio di favori. Così il tenente colonnello Sergio Turini, comandante dei carabinieri della compagnia di Prato, è stato arrestato con l’accusa di corruzione e accesso abusivo ai sistemi informatici.

La collaborazione con gli imprenditori

Sergio Turini, 55 anni e originario di Pisa, è finito in carcere dopo aver fornito a imprenditori italiani e cinesi delle informazioni su alcune indagini in corso coperte da segreto.

Secondo quanto ricostruito dal Corriere Fiorentino, sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Anna Liguori e richiesta dalla Procura antimafia di Firenze, l’uomo ha utilizzato la sua posizione per accedere illegalmente ai sistemi informatici delle forze dell’ordine.

Sotto accusa anche gli imprenditori

Insieme a Turini, anche Riccardo Matteini Bresci, imprenditore pratese e socio di maggioranza del “Gruppo Colle”, e Roberto Moretti, titolare di un’agenzia di investigazioni, sono stati coinvolti nel caso.

Nello specifico, Matteini Bresci è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ricevuto informazioni segrete su indagini riguardanti i suoi dipendenti e altri imprenditori.

L’uomo d’affari avrebbe ricompensato il tenente colonnello finanziando al figlio un viaggio di oltre 5 mila euro negli Stati Uniti. Non finisce qui, perché il giornale riferisce che Matteini Bresci avrebbe fatto pressioni su un sottosegretario, escluso dalle indagini, per mantenere Turini a Prato.

Per quanto riguarda la terza persona coinvolta, Roberto Moretti, quest’ultimo avrebbe regalato al comandante tre bottiglie di vino pregiato. Dall’altra parte Turini avrebbe sfruttato le banche dati delle forze dell’ordine per procurare clienti al titolare dell’agenzia investigativa.

Le indagini dei carabinieri

Adesso Turini dovrà rispondere del reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

Sul caso stanno indagando i carabinieri del ROS che hanno registrato almeno 99 accessi effettuati da Turini alla banca dati delle forze di polizia.

Inoltre, il comando generale dei carabinieri ha avviato le procedure di trasferimento ad altra sede per Turini e non esclude un allontanamento definitivo dall’Arma.

Fonte foto: Ansa/Facebook

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