Nuovo processo sul caso Stefano Cucchi con 3 carabinieri accusati di falso e depistaggio: chi sono i militari
3 carabinieri sono stati rinviati a giudizio per falso e depistaggio nell'ambito delle indagini legate al caso Cucchi. Il processo è fissato al 25 settembre
Si apre un nuovo capitolo nella complessa vicenda giudiziaria di Stefano Cucchi, geometra di 31 anni arrestato a Roma nel 2009 e morto 7 giorni dopo all’ospedale Pertini. Tre carabinieri sono stati rinviati a giudizio dal gup della Capitale: dichiararono il falso durante il processo sui depistaggi legati alle indagini sul caso. La prima udienza è fissata al 25 settembre.
Le accuse ai tre carabinieri
Le accuse della Procura di Roma riguardano Maurizio Bertolino che all’epoca dei fatti era maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza;
Fortunato Prospero, allora capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma; e il collega di quest’ultimo Giuseppe Perri, all’epoca dei fatti maresciallo.
Stefano Cucchi
Nei loro confronti i pm contestano, a seconda delle posizioni, i reati di depistaggio, per quanto affermato durante le indagini, e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Fissato il processo
Ulteriori aggiornamenti arriveranno il 25 settembre 2024, data in cui è stato fissato il processo di Bertolino, Prospero e Perri davanti al giudice monocratico Carmela Foresta.
Nel procedimento risultano parti civili il carabiniere Riccardo Casamassima, che con la sua testimonianza contribuì alla riapertura delle indagini, con la moglie Maria Rosati, e i tre agenti della polizia penitenziaria che erano stati assolti nel primo processo per non aver commesso il fatto.
Secondo le accuse, i tre carabinieri avrebbero “ostacolato e sviato” la ricostruzione dei fatti nel corso del processo Cucchi-Ter, relativo ai depistaggi dell’Arma avvenuti durante le indagini della morte del geometra romano.
La reazione di Ilaria Cucchi
Non è mancata la reazione della sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, alla decisione del gup di Roma.
“Apprendo con piacere che il lavoro del pm Musarò e della Procura, anche nell’interesse del Ministero, ha portato a un altro importante passo avanti nell’accertamento della verità”, ha dichiarato la senatrice in un intervento sul Domani.