Colleferro, svolta sull'omicidio di Willy: la testimonianza

A circa venti giorni all’inizio del processo per la morte del 21enne Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni il 6 settembre scorso a Colleferro, crolla la difesa dei fratelli Bianchi. Lo riporta Repubblica.

A mettere in discussione l’impianto è uno degli imputati, Francesco Belleggia, accusato di omicidio volontario insieme a Gabriele e Marco Bianchi e Marco Pincarelli.

Il ragazzo, di Artena come gli altri tre, ha sempre negato di aver pestato il 21enne di origine capoverdiana, in quella notte del 6 settembre 2020, e adesso ha denunciato tre amici dei fratelli Bianchi per aver raccontato il falso ai carabinieri e al sostituto procuratore Luigi Paoletti.

I tre, Michele Cerquozzi, Omar Sahbani e Vittorio Tondinelli, hanno infatti testimoniato che Belleggia avrebbe infierito sul corpo di Willy quando era già crollato a terra, privo di conoscenza, per i colpi ricevuti dal branco.

Secondo il primo testimone, Belleggia avrebbe caricato “indietro un calcio che poi sferra a qualcosa o qualcuno”, ritenendo che sia stato diretto al 21enne.

“Quando il giovane Willy è caduto in terra ha tentato di rialzarsi, vedevo Belleggia avvicinarsi a lui e tirargli un calcio con forza al viso” era stata invece la dichiarazione di Sahbani.

Testimonianze che non convincono però il gip del Tribunale di Velletri, Giuseppe Boccarrato, il quale sostiene che siano dirette a tentare “di assegnare l’esclusiva responsabilità del fatto a Belleggia” e ritenute inattendibili anche per alcune intercettazioni sospette registrate in caserma.

A complicare la posizione di Sahbani e Tondinelli ci sarebbe anche il coinvolgimento insieme ai fratelli Bianchi in un’accusa di violenze ai danni di un cittadino di nazionalità indiana e di un’altra per spaccio ed estorsione, a segutio della quale è stato arrestato Sahbani e in cui Cerquozzi compare come acquirente di cocaina.