Chi è Carmelo Miano e i presunti legami con la Russia dell'hacker che ha violato i server del ministero
Arrestato per aver volato i server del Ministero, Carmelo Miano avrebbe dei legami con la Russia: ecco chi è l'hacker siciliano che ha rubato milioni di dati
L’indagine nei confronti di Carmelo Miano, hacker siciliano di 24 anni , che ha violato il sistema informatico del Ministero della Giustizia, ha assunto tinte ancor più preoccupanti. Oltre al fatto che sono in ballo milioni di file, come attestato dalla Procura di Napoli, dai primi accertamenti è infatti emerso che il giovane potrebbe avere dei legami con la Russia.
- Chi è Carmelo Miano, l’hacker che ha violato il sistema del Ministero
- I presunti legami con la Russia
- L’indagine della Procura di Napoli
Chi è Carmelo Miano, l’hacker che ha violato il sistema del Ministero
Il 24enne di origine siciliana, ma residente a Roma, nel quartiere Garbatella, è stato arrestato lo scorso 2 ottobre. Nerd appassionato di pc, aveva trasformato la sua passione per l’informatica in un lavoro.
Carmelo Miano lavorava infatti per NTT DATA, colosso dei servizi IT. Ovviamente, l’uso del passato è doveroso: l’azienda multinazionale lo ha immediatamente sospeso dopo l’arresto.
Il giovane hacker lavorava per una società che si occupa di cybersecurity
Le sue attività illecite sono iniziate quando Miano era ancora minorenne e lo hanno portato a costruire un patrimonio di 5 milioni di euro in criptovalute.
E non solo: l’hacker, negli anni, ha organizzato diverse incursioni informatiche, durante le quali ha sottratto illecitamente moltissimi dati.
I presunti legami con la Russia
Ma c’è anche dell’altro. Carmelo Miano, infatti, avrebbe effettuato dei collegamenti da Roma, utilizzando però l’accesso tramite il portale Russian Market.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, si tratta di un portale molto utilizzato dagli hacker dediti alla compravendita di password e altri dati sensibili appartenenti ai proprietari di conti e carte di credito.
L’utilizzo di tale piattaforma russa ha procurato a Miano una seconda accusa: quella di riciclaggio.
L’indagine della Procura di Napoli
Al momento dell’arresto, è stato scoperto che il giovane hacker possedeva migliaia, se non milioni, di dati sensibili, non solo appartenenti al Ministero della Giustizia, ma anche a Procure, commissariati e persino alla TIM.
Secondo quanto emerso da un primo interrogatorio con la Procura di Napoli, Carmelo Miano avrebbe dichiarato che agiva in totale autonomia. Il furto dei dati trovati in suo possesso, dunque, non avrebbe nulla a che vedere con la criminalità organizzata.
Tuttavia, nell’indagine sono stati coinvolti anche i genitori dell’hacker, (da lui utilizzati come prestanome), alcuni amici , e un appartenente alle Forze dell’Ordine.