Caso Ilaria Salis, intervengono Nordio e Tajani: chiesto rispetto delle norme Ue, il punto dei ministri
Nordio e Tajani, ministri di Giustizia ed Esteri, intervengono sul caso Salis dopo aver parlato con l'Ungheria sul trattamento della 39enne
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello degli Esteri, nonché vicepremier, Antonio Tajani sono tornati a parlare del caso Ilaria Salis dopo essersi confrontati con l’Ungheria sul trattamento ricevuto dalla donna in tribunale. Un colloquio, quello tra Roma e Budapest, aperto all’insegna della prudenza, per garantire alla maestra 39enne il giusto trattamento secondo le norme Ue.
- Nordio e la norma Ue contestata
- La richiesta del Guardasigilli
- Tajani e il colloquio positivo con Budapest
- L'affondo a Salvini sul caso Salis
Nordio e la norma Ue contestata
Intervistato da La Stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ha nascosto il suo “profondo dolore e sorpresa” vedendo Ilaria Salis ammanettata nel corso dell’udienza in tribunale in Ungheria. Una scena che ha sconvolto il ministro, che ha chiesto a Budapest un corretto trattamento secondo quelle che sono le normative europee.
Nordio, infatti, ha sottolineato che l’Ue è chiara su questo punto, specificando che “l’imputato appare libero davanti al giudice, salvo che quest’ultimo non disponga misure coercitive, come appunto le manette o le tristissime gabbie, per sventare pericoli di fuga o di violenze”. E nel caso di Salis, secondo il Guardasigilli, pare che questi pericoli non esistessero.
Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che fanno parecchio discutere, ma che non permettono al ministro di intervenire in maniera diretta. Infatti, come spiegato al quotidiano, “finché dura il processo, la giurisdizione ungherese è sovrana“.
La richiesta del Guardasigilli
Nordio ha sottolineato a La Stampa che “né il governo ungherese né tantomeno quello italiano possono intervenire” direttamente sul caso, con la giustizia ungherese che non può essere pressata nelle decisioni, come lo stesso premier Viktor Orban aveva già spiegato.
Ma una cosa è certa: Ilaria Salis e la sua famiglia non verranno lasciate sole. E sul fronte giustizia, Nordio ha avanzato la richiesta a Budapest: “Si può tuttavia operare sul fronte del trattamento penitenziario, affinché si rispettino le norme europee“.
Tajani e il colloquio positivo con Budapest
La vicenda è seguita con grande attenzione anche dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che a Bruxelles ha incontrato il suo omologo ungherese. Al Corriere della Sera, facendo un punto sulle trattative, Tajani ha sottolineato che l’Italia darà assistenza a Salis e alla famiglia, con l’obiettivo di tutelare la detenuta.
E nel corso del colloquio con il ministro ungherese, il vicepremier ha rintracciato la volontà di Budapest di “ascoltarci” e di fare tutte le verifiche necessarie sul trattamento della. 39enne.
“Seguiremo il caso con il rispetto dovuto alle procedure della giustizia ungherese, ma sosterremo con attenzione e continuità la famiglia e gli avvocati” le parole di Tajani.
L’affondo a Salvini sul caso Salis
Nel corso dell’intervista al quotidiano il ministro ha deciso di non sorvolare sulle parole critiche del collega Matteo Salvini, con il ministro e anch’egli vicepremier che aveva detto che Salis non potrà più fare l’insegnante se condannata.
Tajani, commentando le parole, ha specificato che si tratta di “una sua valutazione” consigliando al leader della Lega prudenza e garantismo per non prendere posizioni politiche “anche perché rischierei di danneggiare il detenuto”. E la chiusa: “Quando si negozia il silenzio è d’oro“.