Carlo Calenda attacca Giuseppe Conte sui social dopo i dati sul Pil: "Malafede, dovreste vergognarvene"
Il leader di Azione Carlo Calenda ha attaccato l'ex premier Giuseppe Conte contestando i dati forniti sulla crescita economica durante il suo governo
Carlo Calenda attacca l’ex premier Giuseppe Conte sui social, dopo che il leader del Movimento 5 stelle ha dichiarato che nel biennio 2021-2022 le misure adottate dal suo governo hanno fatto registrare una crescita dell’11% del Pil, mentre con l’esecutivo di Giorgia Meloni si starebbe andando indietro. Le parole di Conte non hanno lasciato indifferente il leader di Azione che ha parlato di un “atto di malafede” da parte dell’ex premier.
- Calenda: "Attribuirsi certi meriti è un atto di malafede"
- Conte: "A Meloni abbiamo lasciato una Ferrari"
- Il Superbonus è "l'essenza del populismo"
Calenda: “Attribuirsi certi meriti è un atto di malafede”
È Twitter (adesso ‘X’) il terreno di scontro tra i due leader politici. Giuseppe Conte, intervenuto al Forum Ambrosetti, ha parlato di come le misure adottate dal suo governo – prima tra tutte quella del Superbonus – abbiano accompagnato la crescita economica tra il 2021 e il 2022.
“Attribuirsi i meriti della crescita dopo la pandemia è semplicemente un atto di malafede”, ha replicato Carlo Calenda condividendo il post in cui Conte ha spiegato il suo punto di vista.
Quella crescita citata da Conte (l’11% del Pil), secondo Calenda sarebbe riconducibile a un “normale rimbalzo del ciclo economico“, ha scritto il leader di Azione.
Conte: “A Meloni abbiamo lasciato una Ferrari”
Le dichiarazioni di Conte sono un attacco diretto al governo Meloni. “A Meloni – scrive il leader M5s – abbiamo lasciato un’Italia che correva come una Ferrari, oggi ci ritroviamo una bici con la pedalata assistita”.
Tra le misure che avrebbero contribuito a questa crescita, Conte difende il Superbonus. “È certificato da Nomisma che 1 euro investito nel Superbonus ha generato 3 euro di valore economico”, ha detto l’ex premier.
Ma secondo Calenda, “l’errore sul calcolo dei costi dei bonus edilizi ha determinato una spesa complessiva di 120 miliardi”. Per questo, il leader di Azione definisce il Superbonus come “la misura più costosa e meno progressiva mai fatta“.
Il Superbonus è “l’essenza del populismo”
L’attacco di Calenda all’avversario Conte prosegue: “Avete finanziato totalmente ristrutturazioni edilizie a persone con redditi alti e patrimoni altissimi”.
La conseguenza sarebbe stata “una mangiatoia che sottrae risorse agli investimenti nei servizi essenziali, alimentata dai soldi di operai, infermieri, impiegati, pensionati e insegnanti. Il 110% e il bonus facciate rappresentano l’essenza del populismo. Dovreste vergognarvene – insieme agli altri partiti che li hanno votati – non rivendicarli”, ha scritto il leader di Azione.
L’attacco di Carlo Calenda arriva dopo quello di Giancarlo Giorgetti. Infatti, nel suo discorso al Forum Ambrosetti, il ministro dell’Economia ha criticato il Superbonus dicendo che “ingessa la politica economica”.