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Calenda pronto ad allearsi con la Meloni? L'audio della dichiarazione, poi la smentita: bufera sul Terzo Polo

Terzo Polo nella bufera dopo le dichiarazioni di Carlo Calenda in merito a una ipotetica alleanza con Giorgia Meloni: cos'ha detto l'ex ministro

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Carlo Calenda al Governo con Giorgia Meloni? Uno scenario che ha scatenato reazioni, repliche e polemiche dopo un’intervista rilasciata dal leader di Azione, e del Terzo Polo, in cui ha parlato della numero uno di Fratelli d’Italia. Mancano meno di 20 giorni alle elezioni politiche del 25 settembre e in tanti si chiedono se Calenda abbia detto veramente che sarebbe disposto a un’alleanza con la Meloni. Ecco quali sono state, testualmente, le sue parole.

Il consiglio a Giorgia Meloni

Nella giornata di lunedì 5 settembre, Carlo Calenda è stato ospite di Rtl 102.5, nella trasmissione ‘Non Stop News’. Il leader di Azione, alleato di Matto Renzi con Il Terzo Polo, ha risposto a una domanda relativa al simbolo scelto da Fratelli d’Italia, la fiamma tricolore.

“Penso che sia un’ingenuità, non penso che ci sia un rischio fascismo, penso che la Meloni abbia preso le distanze da un rischio fascismo in modo netto”, ha dichiarato Calenda.

E ancora: “In Europa non la prendono a ridere: Scholz, il primo ministro tedesco, anche per ragioni storiche, ha difficoltà a stringere la mano a una persona che porta dentro il simbolo il simbolo di un partito neofascista. Per me è un’ingenuità, che denota scarsa conoscenza delle relazioni internazionali. Credo che il simbolo vada tolto, lo dico per lei, poi sono fatti suoi. In Europa quella cosa lì è un problema grande, grande, grande”.

Carlo Calenda apre alla Meloni? Cosa ha detto

Dopodiché, a Calenda è stata posta una domanda sulle possibile alleanze post voto, in particolare con il Pd.

Questa la risposta (nel video sottostante basta posizionarsi al minuto 13:38): “Io non farò un’alleanza col Partito democratico, sennò l’avrei fatta prima: voglio fare un Governo di larga coalizione che pacifichi l’Italia, e metta insieme il centrodestra, il centrosinistra moderato, che parli di cose che si vogliono fare”. Quindi, il leader di Azione ha sottolineato che “non è ‘mai con il Pd’… io penso che vada fatto un Governo di unità nazionale”.

In sostanza, un Esecutivo con dentro tutti i partiti più grandi: “Ci dev’essere dentro il Partito democratico, ci dev’essere dentro Forza Italia, Lega. Io mi auguro anche la Meloni, cercando di trovare un’agenda comune di buon senso. Dopodiché, io l’alleanza col Pd l’ho spaccata perché dentro ci hanno messo Fratoianni e Bonelli che sono come Bertinotti e Pecoraro Scanio. Non penso che si possa fare, che si possa governare con loro: come lo fai un rigassificatore? Non lo vogliono fare…”.

Ma è il passaggio su Giorgia Meloni ad aver innescato le polemiche, non solo dal Pd.

Le polemiche

Mauro Berruto, della segreteria del Partito democratico, su Twitter ha criticato le ‘giravolte’ di Calenda scrivendo: “Agenda Calenda: 1. farsi eleggere dal Pd. 2. lasciarlo. 3. dare ordini al Pd. 4. allearsi per 48h. 5 allinearsi a ipotetico governo Meloni. Il Pd fa errori, certo. Ma che bello essere un partito del ‘noi’ e non avere l’imbarazzo di un cognome così nel proprio simbolo“.

Forti critiche anche da Emma Bonino, leader di +Europa, ex alleata di Carlo Calenda. Al Corriere della Sera ha dichiarato di rispettare molto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, “ma non condivido neanche una parola delle proposte che fa, sia per le libertà e le vite personali, sia per le questioni nazionali”.

Sull’alleanza interrotta con Calenda si è detta “umanamente molto dispiaciuta e politicamente incredula. Abbiamo anche provato a rincorrerlo ma se un fidanzato vuole andare con un’altra fidanzata, che ci devi fare? Il 22 agosto lui ha sottoscritto un patto, dopo una settimana se n’è andato”.

Critiche anche dal centrodestra, con Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato: “A Calenda, che ha parlato di un ‘governo di alleanza comune’, rispondiamo in modo chiaro: basta alleanze innaturali che nascono nei palazzi e non dalle urne. Noi rispettiamo il voto degli elettori“, ha scritto in una nota.

La replica di Calenda: “Era solo un consiglio”

Dopo il marasma, Carlo Calenda è intervenuto ai microfoni di Rai Isoradaio.

Alla domanda “È favorevole a un governo con Giorgia Meloni?”, il leader di Azione ha risposto: “Ma quando mai, non c’è spazio” per un governo con sovranisti e populisti, “sarebbe un controsenso. Ho solo detto una cosa che è molto diversa. Se io fossi Giorgia Meloni, che non ha una grande esperienza di gestione di ministeri anche se è una brava politica, io direi che per responsabilità è meglio andare avanti con Draghi. È solo un consiglio di buonsenso”.

Il supporto di Azione

A supportare il proprio leader è arrivata la comunicazione da parte di Azione, attraverso alcune fonti riprese dall’Ansa: “La posizione di Calenda è sempre la stessa: lavorare con serietà a un Governo di unità nazionale possibilmente guidato da Mario Draghi all’insegna dei valori occidentali di libertà, tolleranza ed europeismo. Un governo di patriottismo repubblicano. Non c’è quindi spazio per un Governo politico con sovranisti e populisti di qualsiasi tipo”.

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Fonte foto: ANSA
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