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CRONACA NERA

Busta anonima con ossa umane all'Ipogeo dei Cristallini di Napoli: cosa c'è scritto nel biglietto all'interno

Il plico potrebbe essere stato spedito da una persona del quartiere che ha trovato le ossa ritenendole di interesse per il personale della necropoli partenopea

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

È mistero su una busta anonima con ossa umane recapitata all’Ipogeo dei Cristallini di Napoli, l’antica necropoli partenopea. Un giallo reso ancora più oscuro dal biglietto contenuto all’interno dell’involucro, con su scritto “questa mandibola appartiene all’ipogeo”. Lo riporta ‘Ansa’.

Busta anonima con ossa umane: la segnalazione

Ad avvertire i carabinieri della Compagnia Stella è stato il personale del sito archeologico napoletano nel rione Sanità. Gli inquirenti hanno sequestrato il biglietto e le ossa per effettuare accertamenti sulla loro origine, attraverso i quali verificare se i resti appartengano a un uomo o a una donna e a quanto tempo fa potrebbero risalire.

Un’immagine dell’Ipogeo di Napoli

Secondo le prime ipotesi il plico cellofanato potrebbe essere stato spedito da una persona del quartiere che ha trovato le ossa e le ha inviate all’Ipogeo, ritenendole di interesse archeologico per gli studiosi.

Cos’è l’Ipogeo dei Cristallini

L’Ipogeo di via Cristallini racchiude quattro differenti ipogei che formano l’antica necropoli di Napoli appartenente all’epoca ellenistica, poco fuori quelle che erano le mura dell’antica Neapolis.

I greci che abitavano la città quando questa faceva ancora parte della Magna Grecia, realizzarono alcuni ipogei funerari, costruendo delle tombe nel sottosuolo in cui hanno riposato per millenni i resti degli antichi abitanti.

Le camere sepolcrali sono oggi costruite e sono raggiungibili solo attraverso una scalinata che si trova all’interno del Palazzo di Donato, dalla via da cui prendono il nome le tombe.

La scoperta

La scoperta fu realizzata dal barone Giovanni di Donato nel 1889, mentre decise di dare avvio agli scavi nella cantina del suo palazzo in cerca di acqua o tufo. Sotto la superficie trovò le quattro camere sepolcrali riccamente dipinte, decorate ed arredate che riportò alla luce grazie anche agli eredi che hanno custodito questi reperti fino ai giorni nostri.

La storia dell’Ipogeo dei Cristallini risale a più di 2300 anni fa. L’area dei Vergini, all’interno del quartiere Sanità, fin dal IV secolo A.C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (via dei Cristallini, vico Traetta, via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle)

Fonte foto: ANSA

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