Burioni e Zangrillo, botta e risposta sugli italiani e il Covid su Twitter
Botta e risposta social tra Roberto Burioni e Alberto Zangrillo: al centro del dibattito c'è il modo in cui gli italiani stanno affrontando il Covid
Una frase di Roberto Burioni, medico e professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sul modo in cui gli italiani stanno affrontando la situazione Covid-19 ha dato vita su ‘Twitter’ a un dibattito a cui ha preso parte anche Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e rianimazione cardiochirurgica, Terapia intensiva generale, Anestesia e rianimazione proprio all’ospedale San Raffaele.
Italiani e Covid: cosa ha detto Roberto Burioni
Nella giornata di giovedì 23 giugno, Roberto Burioni ha scritto sul suo profilo ‘Twitter’: “Sintetizzo la mia percezione della situazione in modo sommario ma fedele alla realtà. Il 95% degli italiani vive come se il Covid non esistesse più. Può piacere, può non piacere, le spiegazioni possono essere molte ma è un dato di fatto”.
Italiani e Covid: la risposta di Alberto Zangrillo a Roberto Burioni
Alberto Zangrillo ha commentato così il post di Roberto Burioni: “Sto col 95%“, facendo intuire di essere d’accordo con chi vive come se il Covid non esistesse più.
Lo stesso Alberto Zangrillo, a metà giugno, aveva commentato così la positività al Covid del ministro della Salute Roberto Speranza: “L’occasione è ghiotta per ribadire che siamo di fronte alla prova regina dell’inutilità assoluta della mascherina. So che così dicendo scatenerò la reazione della rigida ortodossia virologica protezionistica, ne sopporterò le conseguenze. Ma al solito la medicina è fatta di competenza, conoscenza della realtà e buonsenso”.
Situazione Covid: il pensiero di Ilaria Capua
Nelle scorse ore, anche la virologa Ilaria Capua è tornata a parlare di Covid-19. Sul ‘Corriere della Sera’, l’esperta ha reso nota la sua previsione su quanto durerà il Covid-19: “Il Sars Cov-2 è un virus all’inizio della sua corsa verso l’endemizzazione, è all’inizio di un macrociclo che durerà anni e anni, di sicuro decenni ma io credo addirittura secoli“.
Poi ha aggiunto: “Mettiamoci l’anima in pace, perché l’inizio del macrociclo evolutivo di questo virus è agli albori”.
Secondo Ilaria Capua, per il prossimo inverno “ci si deve aspettare che, come ogni coronavirus che si rispetti, emergeranno nuove varianti o sierotipi (un grado in più di distanza) anche attraverso il meccanismo della ricombinazione, che è tipico di questa famiglia virale”.