Boss mafiosi ai domiciliari, l'ira di Salvini. Il Dap smentisce
Due boss di mafia e 'ndrangheta sarebbero usciti dal regime del 41 bis per le norme anti contagio
“Una vergogna nazionale”: così Matteo Salvini ha commentato su Fb la notizia, data da L’Espresso, degli arresti domiciliari concessi in virtù delle prescrizioni anticoronavirus a due importanti boss mafiosi sottoposti al regime del 41 bis, Francesco Bonura, di 78 anni, capomafia palermitano, e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria però smentisce.
Secondo L’Espresso i due boss sarebbero stati scarcerati in base alle norme anti contagio che indicano di sfoltire le presenze nelle carceri facendo ricorso a pene alternative.
Il settimanale cita una circolare del 21 marzo scorso con cui il Dap ha invitato tutti i direttori delle carceri a “comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza”, il nominativo del detenuto, suggerendo la scarcerazione, se si tratta di anziani e persone con patologie.
Boss scarcerati, l’ira di Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato così su Facebook: “Francesco Bonura, capomafia di Palermo, condannato a 23 anni, rinchiuso con il 41 bis, uomo di Provenzano è uscito perché rischiava di ammalarsi ed è a casa, ai domiciliari con la moglie. Prima di lui Vincenzo Iasannazzo, condannato per ndrangheta, ritenuto boss di Lamezia Terme. E potrebbe uscire, tra gli altri, anche Nitto Santapaola. È una vergogna“.
Parlando a ‘Fuori dal Coro’ su Rete 4 Salvini ha poi affermato: “Cambiamo il decreto Cura Italia: non è possibile cancellare la lotta alla mafia, in seguito al virus. I mafiosi devono rimanere a marcire in carcere. Liberarli che c’entra con la democrazia”.
Il segretario leghista ha anche chiamato in causa il presidente della Repubblica: “Mi auguro che il Colle intervenga: tra lesioni alla democrazia e Parlamento ignorato, ma soprattutto per la lotta alla mafia. Ricordo che il Presidente Mattarella l’ha pagata sulla sua pelle quella lotta. Non è possibile che escano i mafiosi”.
Boss scarcerati, la smentita del Dap
Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha però smentito di aver emanato qualsiasi disposizione riguardante i detenuti al 41 bis: quello che è stato riferito da L’Espresso è “solo un monitoraggio”.
In una nota, il Dap precisa di non aver diramato “alcuna disposizione a proposito dei detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza o, addirittura, sottoposti al regime previsto dall’art. 41bis. Quella inviata il 21 marzo scorso agli istituti penitenziari è una richiesta con la quale, vista l’emergenza sanitaria in corso, si invitava a fornire all’autorità giudiziaria i nomi dei detenuti affetti da determinate patologie e con più di 70 anni di età”.
Secondo il Dap si tratta di “un semplice monitoraggio, quindi, con informazioni per i magistrati sul numero di detenuti in determinate condizioni di salute e di età, comprensive delle eventuali relazioni inerenti la pericolosità dei soggetti, che non ha, né mai potrebbe avere, alcun automatismo in termini di scarcerazioni. Le valutazioni della magistratura sullo stato di salute di quei detenuti e la loro compatibilità con la detenzione avviene ovviamente in totale autonomia e indipendenza rispetto al lavoro dell’amministrazione penitenziaria”.
Il ministero della Giustizia, dal canto suo, ha “attivato gli uffici per fare le tutte le opportune verifiche e approfondimenti”.