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Berlino festeggia la legalizzazione della marijuana in piazza: al via l'uso ricreativo di cannabis in Germania

Da lunedì 1° aprile la Germania diventa il più grande Paese dell'Ue a legalizzare l'uso ricreativo della cannabis. Grande festa a Berlino

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Alberto Cantoni

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Scrive di cronaca e attualità, ma le passioni più grandi sono la tecnologia e l’innovazione. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo muove i primi passi nelle redazioni di alcune testate nazionali tra Milano e Roma. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali.

Da oggi, lunedì 1° aprile, la Germania è il più grande Paese dell’Unione europea a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis. Il possesso di marijuana essiccata (fino a un massimo di 25 grammi) è ora consentito nei luoghi pubblici del Paese. Allo scoccare della mezzanotte, diverse centinaia di persone hanno festeggiato davanti alla Porta di Brandeburgo, nel cuore di Berlino, per lo storico cambiamento della legge.

La festa per la legalizzazione della cannabis a Berlino

Centinaia di persone hanno celebrato il nuovo status di legge all’evento “Smoke-In” a Berlino, organizzato sotto la Porta di Brandeburgo.

Con l’inizio del mese di aprile, infatti, il possesso di un massimo di 25 grammi di cannabis essiccata diventa legale nei luoghi pubblici della Germania.

L’evento “Smoke-In” a Berlino, organizzato sotto la porta di Brandeburgo 

Lo stesso vale per la coltivazione domestica di un massimo di 50 grammi e di tre piante per adulto, come ricordato da Agi.

Si dovranno tuttavia aspettare altri tre mesi prima di poter acquistare legalmente il prodotto attraverso un “Cannabis Social Club“. Queste associazioni senza scopo di lucro potranno vendere ai loro membri un massimo di 25 grammi al giorno e non più di 50 grammi al mese.

La “canna” sarà proibita tra le 7 e le 20 a meno di 100 metri di distanza da asiliscuole o centri giovanili, parchi gioco e sportivi, o zone pedonali, ed il possesso e consumo al di sotto dei 18 anni, pur non comportando sanzione penale, comunque vietato e sanzionato con l’obbligo di partecipare a programmi di prevenzione o intervento precoce.

Il ministero dei Trasporti dovrà anche fissare entro marzo un tetto massimo di Thc ammissibile alla guida, sulla falsariga dell’alcol che è consentito al massimo nello 0,5 per mille, come ricordato dal Fatto Quotidiano.

Il via libera del parlamento tedesco

Lo scorso venerdì 23 febbraio il Bundestag, la Camera bassa del parlamento tedesco, ha votato a favore della liberalizzazione controllata della cannabis in Germania.

Come riportato dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, la legge sulla legalizzazione della cannabis è stata approvata con 407 voti a favore, 226 contrari e 4 astenuti.

Il testo è stato approvato dalla coalizione di governo di centro-sinistra guidata dal cancelliere Olaf Scholz. Una legge che il governo aveva promesso al suo insediamento e che è arrivata dopo mesi di discussioni, anche all’interno della maggioranza.

La legalizzazione in Europa e in Italia

Dopo Malta nel 2021 e il Lussemburgo nel 2023, la Germania diventa il terzo Paese Ue a legalizzare la cannabis.

Malta i cittadini maggiorenni possono detenere fino a 7 grammi e 4 piante, nonché creare associazioni senza scopo di lucro per la coltivazione in comune. In Lussemburgo il limite è 3 grammi e c’è lo stesso tetto di piante, ma è consentito il commercio di semi, anche on line, senza limiti di quantità, o di livello del principio psicoattivo.

L’Olanda è spesso citata come esempio perché il consumo personale era già possibile dal 1975, ma era meramente tollerato fino 5 grammi e 5 piante.

Altri Paesi – ricorda sempre il Fatto – hanno apertamente depenalizzato modeste quantità od anche la coltivazione per uso personale, come BelgioPortogalloSpagna ed Austria.

In Italia anche se la Consulta nel 2022 ha vietato un referendum sulla legalizzazione, sono depenalizzate la detenzione fino a 5 grammi e la coltivazione di 2 piantine.

Fratelli d’Italia vorrebbe cambiare la legge, ma la Corte di Giustizia dell’Ue con sentenza 19 novembre 2020 ha precisato che nessuno Stato membro può “vietare la commercializzazione del Cbd legalmente prodotto in un altro” e che se tale divieto può essere giustificato da un obiettivo di tutela della salute pubblica “non deve eccedere quanto necessario per il suo raggiungimento”.

Fonte foto: ANSA

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