Benjamin Netanyahu sapeva del "tradimento" del portavoce arrestato? Tutti i dubbi sul caso Eliezer Feldstein
È stato arrestato Eliezer Feldstein, portavoce dell'ufficio di Benjamin Netanyahu: rischia fino a 15 anni di carcere per una fuga di notizie
Diverse persone sono state fermate in Israele per un caso legato alla sicurezza e una fuga di notizie: arrestato anche Eliezer Feldstein, portavoce dell’ufficio di Benjamin Netanyahu. Sul premier, che è sotto processo per corruzione, pendono ora i sospetti per aver taciuto pur sapendo del “tradimento”.
- Arrestato Eliezer Feldstein, portavoce dell'ufficio di Benjamin Netanyahu
- La fuga di notizie
- Le responsabilità di Netanyahu
Arrestato Eliezer Feldstein, portavoce dell’ufficio di Benjamin Netanyahu
Nella serata di domenica 3 novembre l’Autorità per la radiodiffusione israeliana (KAN) ha annunciato l’arresto di diverse persone collegate a un importante caso di sicurezza, con fughe di notizie nel corso delle trattative per gli ostaggi con Hamas.
Tra gli arrestati c’è anche Eliezer Feldstein, ex portavoce dell’ufficio di Benjamin Netanyahu, che sarebbe anche già stato interrogato dagli agenti dello Shin Bet, una delle tre agenzie d’intelligence israeliane insieme ad Aman e al Mossad.
Secondo le accuse, le persone fermate avrebbero favorito la diffusione di documenti classificati e fughe di notizie che potrebbero aver danneggiato gli sforzi per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas, con l’intento di dare a Benjamin Netanyahu una copertura pubblica per non aver accettato un accordo di cessate il fuoco.
La fuga di notizie
In Israele era stata avviata un’indagine dopo che sono emersi sospetti all’interno delle Forze di difesa israeliane e dello Shin Bet, secondo i quali “informazioni riservate e sensibili” erano state illegalmente sottratte ai sistemi delle IDF.
Le informazioni trapelate sarebbero arrivate sia al Jewish Chronicle di Londra che al quotidiano tedesco Bild, e sarebbero state alla base di numerosi articoli riguardanti l’approccio di Hamas alle trattative per la liberazione degli ostaggi.
In particolare, il Jewish Chronicle aveva ipotizzato che Hamas avesse in programma di spostare gli ostaggi da Gaza attraverso l’Egitto, mentre secondo Bild Hamas stava prolungando le trattative per un accordo di cessate il fuoco come forma di guerra psicologica contro Israele.
Le responsabilità di Netanyahu
Questi articoli che sono stati recepiti in modo scettico in Israele, sia per la sospetta tempistica sia perché sembravano informazioni più utili a Netanyahu, accusato di aver deliberatamente sabotato i negoziati per il cessate il fuoco.
L’ufficio del premier ha cercato di minimizzare l’accaduto, affermando che l’assistente implicato nelle presunte fughe di notizie “non ha mai partecipato a discussioni sulla sicurezza, non è stato esposto né ha ricevuto informazioni riservate e non ha preso parte a visite segrete”, oltre a confermare che Netanyahu sarebbe venuto a conoscenza della questione dai media.
Una versione che però non convince molti, soprattutto Yair Lapid, leader dell’opposizione, per il quale è incredibile che “Netanyahu non sapesse che i suoi stretti collaboratori stavano rubando documenti, piazzando spie all’interno delle IDF, falsificando documenti, esponendo fonti di intelligence e passando documenti classificati alla stampa estera per fermare la tratta degli ostaggi”.