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Barista non trova personale e chiude: "La gente vuole essere pagata in nero per tenere il Rdc"

La titolare di un bar di Bologna denuncia di essere stato costretto a chiudere per le difficoltà a reperire un barista

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“Chiuso per mancanza di personale. Ma se sei barista e vuoi lavorare chiama, così potremmo riaprire” recita così il cartello appeso alla saracinesca del Caffè Terzi, chiusa da giugno per le difficoltà a trovare qualcuno disposto a stare davanti alla macchina del caffè per uno stipendio di minimo 1.300 euro netti. La storia riportata da Repubblica, arriva da Bologna dove la titolare del bar di piazza Aldrovandi denuncia l’impossibilità a trovare qualcuno che voglia lavorare nella sua attività, a suo dire per colpa del Reddito di cittadinanza.

Il racconto della titolare

“Chi ha il reddito di cittadinanza o la disoccupazione dice che preferisce tenersi quelli” dice la moglie del fondatore del Caffè Terzi.

“Abbiamo avuto anche persone che abbiamo assunto, poi al termine del periodo di prova ci hanno chiesto di non essere confermate per poter avere la disoccupazione” testimonia.

Forse è il Covid che ha abituato la gente ad accontentarsi, a ricevere sussidi – è l’opinione della titolare. Ma io mi auguro che le istituzioni si rendano conto che non possiamo continuare indiscriminatamente a sostenere chi ha la forza di lavorare però non vuole farlo. Abbiamo anche chiesto al centro dell’impiego dei nomi di chi è in disoccupazione. Ci hanno fornito cinque nominativi, di cui solo uno aveva un po’ di esperienza nel mondo del caffè, anche se non come barista, e l’abbiamo assunto. Un barista esperto non si trova “.

L’offerta

Nonostante decine di colloqui e dopo aver contattato anche il centro per l’impiego, i proprietari del bar raccontano di non essere riusciti a trovare nessuno che volesse lavorare con un contratto a tempo indeterminato per 1.300-1.400 euro netti al mese per 6 ore al giorno, sei giorni a settimana, inclusi i fine settimana.

“È la situazione reale – dice ancora la proprietaria – non si trova personale e siamo stati costretti a chiudere. Abbiamo un ragazzo in infortunio, ci sono le ferie. Ma quello che fa più male è vedere tutto questo disinteresse nei confronti del lavoro. Le persone ci chiamano, prendono appuntamento, poi non si presentano al colloquio senza nemmeno avvisare con un messaggio”.

Il no per i fine settimana

Uno dei motivi più frequenti del rifiuto sarebbe proprio la necessità di lavorare nei fine settimana : “In generale la gente preferisce non lavorare il weeekend, anche se io penso che un barista dovrebbe essere abituato, no?” si chiede la titolare.

“Senza contare che noi facciamo solo servizio di caffetteria, non ci sono taniche da spostare o altri lavori pesanti da fare, né servizi serali: il chiosco apre dalle 8 alle 18, poi si chiude. Non facciamo un lavoro basato sui numeri, ma sulla qualità – sostiene ancora la titolar. Un barista formato al titolare costa circa 30- 40mila euro all’anno, che per il dipendente significano circa 1300-1400 euro netti”.

Fonte foto: ANSA

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