Astronauti vivranno e lavoreranno sulla Luna entro il 2030: l'obiettivo della Nasa per la base lunare
La Nasa apre al piano per il trasferimento di astronauti, robot e scienziati sulla superficie lunare entro il 2030
Dallo primo sbarco lunare a oggi il pensiero fisso è sempre stato quello di poter vivere, prima o poi, sulla superficie del satellite della Terra e presto, secondo le previsioni della Nasa, sarà possibile. L’agenzia governativa, infatti, starebbe lavorando a un piano che presto potrebbe permettere agli umani di vivere e lavorare sulla Luna, ma i crateri non potranno essere vissuti proprio da tutti.
- Vivere sulla Luna, l'obiettivo per il 2030
- Terrestri sulla Luna, chi potrà abitarci
- I passi per approdare sulla Luna
Vivere sulla Luna, l’obiettivo per il 2030
Nel giro di pochi anni diverse potrebbero essere le persone pronte a fare le valigie per lasciare la Terra per andare ad abitare sulla Luna. Un trasferimento extraterrestre sul quale la Nasa, e i partner extra-europei Italia compresa, starebbe lavorando negli ultimi mesi per renderlo possibile entro il 2030.
A svelare questa intenzione è stato Howard Hu, program manager per la Nasa della capsula Orion, che ha sottolineato che l’intenzione dell’agenzia governativa americana è quella di rendere la superficie lunare abitabile nel prossimo decennio consentendo un trasferimento, seppur graduale, fuori dalla terra. Se la Cina, insieme alla Russia, ha ipotizzato l’arrivo entro il 2036 della International Lunar Space Station, una base sulla superficie selenica deputata a operazioni robotiche, da parte della Nasa c’è l’intenzione di anticipare i tempi per battere la concorrenza.
Terrestri sulla Luna, chi potrà abitarci
Ma il trasferimento sulla Luna non sarebbe aperto a tutti. Chi ha infatti cominciato a sognare una nuova vita con vista Pianeta Terra dovrà mantenere ben saldi i piedi sulla superficie terrestre. La Nasa, infatti, con le ultime missioni Artemis ha cercato di mettere a punto un piano che possa permettere prima di tutto la partenza e l’alloggio di robot, astronaute e astronauti che andranno a lavorare direttamente sulla Luna (vi abbiamo parlato anche della recente missione di AstroSamantha).
Con Artemis, sottolinea la Nasa, si è infatti cercato di concretizzare una permanenza continuativa dell’essere umano sul satellite terrestre, un obiettivo che vede schierata anche l’industria spaziale italiana per realizzarlo quanto prima.
I passi per approdare sulla Luna
Per arrivare al ritorno dell’uomo sulla Luna, con un equipaggio pronto ad allunare prima del trasferimento previsto entro il 2030, la Nasa ha però diversi passi da compiere. Il primo di tutti è quello di mettere a punto una versione modificata della Starship, la navicella di Space X di Elon Musk che ha vinto l’appalto negli scorsi anni. Solo con una serie di test, infatti, sarà possibile mandare in orbita il mezzo, col primo volo al momento fissato a febbraio 2023.
Fra i passi successivi, due sono particolarmente importanti: il primo è la realizzazione di una cisterna da lanciare in orbita terrestre, dove è previsto che le Moonship si riforniscano prima di raggiungere la Luna. L’altro, invece, sarà l’allunaggio di prova senza equipaggio, al momento programmato entro la fine del 2024.