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Arrestato Paolo Bellini condannato per la strage di Bologna: voleva uccidere l'ex moglie che testimoniò contro

L'arresto di Paolo Bellini dipenderebbe dal pericolo che potesse commettere nuovi reati, come l'omicidio della ex moglie che testimoniò contro di lui

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Paolo Bellini, condannato all’ergastolo un anno fa per la sua partecipazione alla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, è stato arrestato giovedì 29 giugno. La corte d’Assise bolognese lo ha ritenuto uno degli esecutori materiali dell’attentato, tuttavia il suo arresto non sarebbe dovuto solo alla sua precedente condanna. L’ex membro di Avanguardia Nazionale era infatti coinvolto in nuovi piani che prevedevano possibili omicidi e vendette, tra cui quello di uccidere la sua ex moglie, che aveva testimoniato contro di lui durante il processo.

Chi è Paolo Bellini

Paolo Bellini è una figura nota nell’ambiente dell’estrema destra. Fra i suoi ampi trascorsi criminali, che comprendono attentati, intimidazioni, furti e omicidi, vi sono anche atti legati a motivi politici e al movimento di Avanguardia Nazionale.

Sin da giovane, Bellini si muoveva abilmente in questi ambiente, dimostrando determinazione e vantando amicizie influenti come il procuratore di Bologna, Ugo Sisti, e il senatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), Franco Mariani.


Soccorritori a lavoro nei momenti successivi alla strage della stazione di Bologna: 2 agosto 1980

I piani di vendetta

La sua reputazione criminale è segnata da azioni violente e illegali, mettendo in luce una personalità pericolosa e coinvolta in attività estremiste.

L’arresto di Paolo Bellini non sarebbe ad ogni modo legato alla strage di Bologna, quanto all’eventualità che l’ex primula nera potesse commettere nuovi reati.

In particolare, nel mirino dell’attentatore ci sarebbe finita Maurizia Bonini, l’ex moglie che si era presentata in tribunale testimoniando contro di lui, diventando la figura chiave del processo che poi portò alla sua condanna.

Negli ultimi tempi, Paolo Bellini avrebbe pianificato con cura azioni criminose per vendicarsi della ex moglie Maurizia Bonini, progettando di ucciderla.

La testimonianza della ex moglie

Maurizia in tribunale aveva riconosciuto l’ex marito attraverso un filmato amatoriale girato da un turista svizzero. Le immagini riguardavano i minuti precedenti l’esplosione della bomba alla stazione di Bologna, il tragico evento che causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.

La testimonianza di Maurizia Bonini andava comunque oltre il semplice riconoscimento. La donna, infatti, aveva distrutto l’alibi che in passato aveva salvato Bellini dalle accuse.

Durante le prime indagini, infatti, la donna aveva riferito che, all’ora dell’esplosione, era in compagnia di Paolo, partiti da Rimini alle 9 del mattino per una vacanza sulle Alpi.

La verità sul 2 agosto 1980

Maurizia infine aveva deciso di dire la verità su quella giornata: Paolo era in ritardo e entrambi avevano lasciato Rimini solo dopo le 12 e 30. Secondo l’accusa, Bellini avrebbe avuto quindi il tempo di partecipare all’attentato e di fare ritorno a Rimini.

Con il riconoscimento e l’invalidazione dell’alibi, la posizione dell’ex di avanguardia nazionale si è notevolmente aggravata, fino alla condanna nel mese di aprile 2022.

 

Fonte foto: ANSA

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