Strage di Bologna: i misteri irrisolti per l'uomo all'ergastolo
Accusato per la strage del 2 agosto 1980, dopo 40 anni lancia l'accusa su due misteri ancora irrisolti
Gilberto Cavallini, ex terrorista del gruppo di ispirazione neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari, è stato condannato ieri all’ergastolo dalla Corte d’Assise per la strage di Bologna del 2 agosto 1980.
L’uomo, da due anni a Terni in regime di semilibertà, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Ansa. Gilberto Cavallini può allontanarsi dalla casa di reclusione dalle 8 alle 22, per prestare servizio presso una cooperativa del centro città, dove svolge attività di contabilità.
Gilberto Cavallini, condannato per la strage di Bologna: “Sono indignato”
“La sensazione che sto vivendo è di profondissimo malessere. Come ho detto in aula ho pagato e sto pagando per ciò che ho fatto. Non posso farlo per ciò che non ho fatto“, ha detto Gilberto Cavallini all’Ansa.
“In questa fase posso solo esprimere cordoglio, ma non è un’ammissione di colpevolezza. Al pari di tutti gli altri italiani, sono indignato per quanto accaduto, ma anche per quello che sta accadendo a me. Qualsiasi altra considerazione non mi compete”, ha continuato.
Gilberto Cavallini: “Misteri e discrepanze nella strage di Bologna”
Gilberto Cavallini ha dichiarato all’Ansa che tra “i misteri e le discrepanze che i giudici della Corte d’Assise di Bologna non hanno voluto affrontare” nel processo per la strage di Bologna ci sarebbero il mancato ritrovamento del corpo di Maria Fresu, tra le 85 vittime dell’attentato terroristico, e la scoperta del lembo facciale di una vittima mai identificata, la 86esima.
“Il frammento è di una persona che era vicinissima alla bomba, se non addirittura che la portava in mano. A chi apparteneva dunque?”, si è domandato Gilberto Cavallini.
“E che fine ha fatto il corpo di Maria Fresu? Sono quesiti ai quali la Corte, che non ha voluto disporre ulteriori perizie, non ha risposto. Così come la procura si è ben guardata di affrontarli”, ha spiegato l’ergastolano.
“Sono stati il nucleo centrale intorno al quale si è aggrappata la mia difesa per togliere ogni ragionevole dubbio. Ma i giudici dubbi evidentemente non ne avevano“. Gilberto Cavallini ha ipotizzato che dietro la strage potrebbe esserci stata “una frangia filosovietica“.
“C’è il libro ‘I segreti di Bologna‘ di Valerio Cutonilli e Rosario Priore, e ci sono una serie di documenti presso gli archivi dello Stato che avanzano ipotesi alternative, ma sono cose che non sono state prese nella dovuta considerazione”, ha concluso Gilberto Cavallini.