Andrea de Bertoldi espulso da Fratelli d'Italia: l'accusa di FdI nei confronti del senatore e la sua reazione
Andrea de Bertoldi espulso da Fratelli d'Italia: il caso intestino a FdI del deputato trentino
Andrea de Bertoldi si dimette dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. A stretto giro il partito guidato da Giorgia Meloni fa sapere che l’esponente è stato espulso.
- Espulsione in Fratelli d'Italia, il caso di Andrea de Bertoldi
- Perché FdI ha espulso il deputato
- La sentenza dei probiviri
- La difesa di Andrea de Bertoldi
Espulsione in Fratelli d’Italia, il caso di Andrea de Bertoldi
“Ho rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia”, ha scritto in una nota de Bertoldi, deputato del collegio di Trento.
Nella serata di lunedì, i probiviri di FdI, dopo un ricorso dal responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli, hanno scelto di cacciare de Bertoldi.
Perché FdI ha espulso il deputato
Che cosa è accaduto? Fratelli d’Italia contesta al deputato un contratto di consulenza firmato tra lo studio di commercialisti di cui è socio e amministratore e una cordata di imprenditori toscani attivi nel settore geotermico.
Alcuni uomini d’affari della cordata avevano avuto contatti con un consigliere regionale di FdI per vicende politiche inerenti al settore geotermico in Toscana. I consiglieri regionali toscani hanno optato per informare della faccenda i referenti di FdI a Roma.
Come è finita? Un anno dopo è stato siglato il contratto di consulenza tra i citati imprenditori e lo studio in cui opera de Bertoldi. Quindi è stato realizzato un consorzio per l’energia geotermica. Innanzi a tale dinamica, Donzelli ha deferito de Bertoldi mandandolo davanti ai probiviri.
La sentenza dei probiviri
Il deputato trentino respinge l’accusa che il contratto sia nato dall’incontro con gli imprenditori su segnalazione diretta da parte dei consiglieri meloniani in Toscana.
Sostiene inoltre che gli uomini della cordata sono arrivati allo studio di cui è socio attraverso terze persone. Quindi aggiunge che gli imprenditori sono stati in carico non a lui, ma a uno degli altri associati. Uno dei testimoni ascoltati dai probiviri afferma però il contrario.
Alla fine FdI ha deciso per l’espulsione, motivando così la scelta relativa alla cacciata: “La circostanza che vede un soggetto alla ricerca di rapporti di tipo istituzionale con rappresentanti dello Stato al solo fine di sottoporre istanze di settore che rivestono natura squisitamente politica, sottoscriva invece un contratto professionale con lo studio del proprio interlocutore che è pure esponente politico di rilievo in campo nazionale, per certo rappresenta un fattore di inopportunità che, sotto il profilo di etica interna ad un partito politico – e, quindi, disciplinare – non può essere sottaciuto e disconosciuto”.
Nella sentenza dei probiviri, inoltre, si legge: “Il Codice etico di Fratelli d’Italia è particolarmente rigoroso nel prevedere che gli iscritti abbiano una condotta che non solo sia immune da censure ma che non adombri neppure il dubbio di condotte inopportune o sconvenienti”.
La difesa di Andrea de Bertoldi
“La mia decisione – si difende de Bertoldi – è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito, nata per difendere le ragioni della mia provincia autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito. Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo”.
“Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che però è caduto nel vuoto – ha aggiunto -. L’unica risposta è arrivata dai probiviri, con un’indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente”.
E ancora: “Le mie libertà, politica e professionale, mi hanno consentito una scelta netta che non è più rinviabile. Su questa vicenda sono pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale”.
“Commenti non ne ho – ha dichiarato il presidente provinciale di FdI, Alessandro Iurlaro -. Anche io l’ho appreso dal giornale”. Glaciale il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì: “Prendiamo atto del fatto che ci fosse un’indagine del partito. Ma questa vicenda non ha nessun riflesso locale”.