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Allerta sicurezza in Italia per la guerra in Israele, aumentano i militari nelle città: i luoghi coinvolti

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha fatto il punto della situazione sull'allerta sicurezza in Italia legato alla guerra in Israele

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

La guerra in Israele ha fatto scattare l’allerta sicurezza anche in Italia, dove sono stati aumentati i militari nelle varie città. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ne ha parlato nel corso di un’intervista concessa a ‘Libero Quotidiano’.

Allerta sicurezza in Italia dopo la guerra in Israele

A proposito dei controlli aumentati nei punti sensibili in Italia a causa della guerra in Israele, Matteo Piantedosi ha detto: “Fin dalle ore immediatamente successive all’inasprirsi del conflitto israelo-palestinese, ho riunito più volte i responsabili e gli esperti delle forze di polizia e delle agenzie di intelligence per esaminare e condividere con loro una serie di iniziative di rafforzamento delle misure di prevenzione generale e di vigilanza su siti e obiettivi ritenuti di maggiore sensibilità su tutto il territorio nazionale”.

Il ministro dell’Interno ha aggiunto: “Da ultimo, ho disposto l’assegnazione di rinforzi al contingente di militari dell’Esercito impegnati nell’operazione ‘Strade sicure’, a presidio delle stazioni ferroviarie delle principali città italiane. Abbiamo avviato, inoltre, un ulteriore rafforzamento che si avvarrà anche delle risorse che saranno a disposizione con l’approvazione della Legge di Bilancio, che è approdata in questi giorni in Parlamento”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il rischio terrorismo in Italia

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha anche parlato del rischio dell’arrivo di terroristi in Italia: “La storia ci insegna che dalle frontiere marittime è difficile, se non impossibile, entrare eludendo i controlli e, infatti, tra le persone sbarcate negli anni, i pochi soggetti che erano già segnalati come pericolosi sono stati rimpatriati quasi nell’immediatezza e si sono registrati fenomeni di radicalizzazione solo in tempi successivi all’arrivo”.

Poi ha detto: “La frontiera terrestre orientale è invece caratterizzata da maggiore permeabilità e incrocia il passaggio di soggetti che provengono anche da Paesi che allevano o forniscono supporto logistico a potenziali terroristi. Ecco perché le decisioni assunte sono state di particolare importanza e le abbiamo condivise con i colleghi sloveno e croato”.

L’indice di criminalità tra gli immigrati

Nel corso dell’intervista a ‘Libero Quotidiano’, Matteo Piantedosi ha illustrato alcuni numeri relativi all’indice di criminalità nel nostro Paese: “È di grande importanza l’indice statistico di commissione dei reati da parte degli immigrati: tra il 2013 e il 2022 sulla totalità dei denunciati/arrestati sul territorio nazionale gli stranieri sono, in media, il 31,1%. Di questi il 44,7% sono ‘irregolari'”.

Fonte foto: iStock - michelangeloop

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