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Alfredo Cospito interrompe lo sciopero della fame al 41bis: perché si parla di una possibile riduzione di pena

L'anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41-bis, ha reso noto di voler riprendere ad alimentarsi

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Alfredo Cospito, l’anarchico recluso in regime di 41 bis, ha interrotto lo sciopero della fame cominciato nell’ottobre dello scorso anno. La scelta è stata comunicata al Tribunale della Sorveglianza di Milano e, al momento, non è stata motivata.

Cospito ha comunicato la sua decisione nel compilare il modello prestampato

Nel compilare un modello prestampato, che si usa per rilasciare esternazioni, Cospito ha fatto sapere la sua volontà di ricominciare subito ad alimentarsi.

“Dichiaro di interrompere lo sciopero della fame”

“Dichiaro di interrompere lo sciopero della fame“, ha spiegato, avvisando così i vertici del Dap, del carcere di Opera e del Tribunale di Sorveglianza di Milano.

La decisione dell’anarchico è giunta all’indomani della pronuncia della Consulta che ha considerato costituzionalmente illegittimo l’articolo del codice che “vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo“.

La zona detentiva dell’ospedale San Paolo dove è stato ricoverato il detenuto anarchico Alfredo Cospito

Quando può essere revocata il regime in 41-bis

Il regime in 41-bis può essere revocato sostanzialmente in due ipotesi: scadenza del termine senza che sia disposta la proroga,
su ordine del tribunale di sorveglianza in caso di reclamo al quale dovesse seguire una decisione di illegittimità del provvedimento.

Tra le carceri italiane non sono più dotate di strutture idonee il carcere dell’Asinara di Porto Torres (SS), il carcere di Pianosa di Campo nell’Elba, chiusi definitivamente nel 1998, e il carcere delle Murate di Firenze (FI), mentre quelle presenti sono ripartite sul territorio come segue.

  • Abruzzo: Casa Circondariale dell’Aquila (AQ) (carcere con maggior numero di detenuti in 41-bis e l’unico dotato di sezione femminile)
  • Campania: Casa Circondariale di Secondigliano di Napoli (NA), Casa Circondariale di Poggioreale di Napoli (NA)
  • Emilia-Romagna: Casa Circondariale di Parma (PR)
  • Friuli-Venezia Giulia: Casa Circondariale di Tolmezzo (UD)
  • Lazio: Casa Circondariale di Rebibbia a Roma (RM), Casa Circondariale di Viterbo (VT), Casa Circondariale di Latina (LT)
  • Lombardia: Casa Circondariale di Opera di Milano (MI), Casa Circondariale di Voghera (PV)
  • Marche: Casa Circondariale di Ascoli Piceno (AP)
  • Piemonte: Casa Circondariale di Cuneo (CN), Casa Circondariale di Novara (NO)
  • Sardegna, Casa Circondariale di Badu ‘e Carros di Nuoro (NU), Casa Circondariale di Bancali (SS), Casa Circondariale di Massama (OR), Casa Circondariale di Mamone a Onanì (NU), Casa Circondariale di Uta (CA)
  • Umbria: Casa Circondariale di Spoleto (PG), Casa Circondariale di Terni (TR)
  • Veneto: Casa Circondariale di Vicenza (VI)

Fonte foto: ANSA

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