Niente arresti domiciliari per Alfredo Cospito: cosa ha chiesto ai giudici per interrompere il digiuno
Rigettata la richiesta di domiciliari presentata dalla difesa dell'anarchico. I giudici del Tribunale di Sorveglianza avranno 5 giorni per decidere
Niente domiciliari per Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da oltre 5 mesi contro il regime di detenzione di 41 bis al quale è sottoposto. La Procura generale di Milano ha difatti rigettato la richiesta di differimento pena, con detenzione domiciliare, presentata dal legale del 55enne.
Niente domiciliari per Alfredo Cospito
Il parere negativo è arrivato dalla procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, e dal sostituto pg Nicola Balice, nel corso dell’udienza che si è tenuta nella mattinata del 24 marzo all’ospedale San Paolo di Milano, dove da qualche settimana Alfredo Cospito è detenuto nel reparto di medicina penitenziaria.
Il parere è giunto in seguito alla richiesta del legale Flavio Rossi Albertini, con la quale l’avvocato dell’anarchico 55enne, aveva proposto che il detenuto potesse scontare la sua pena ai domiciliari, a casa della sorella, per “motivi di salute”.
Uno striscione esposto dai manifestanti riunitisi davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per un presidio in solidarietà di Alfredo Cospito e contro il regime di 41 bis
Ma alla fine è giunto il parere negativo, e ora i giudici avranno cinque giorni per decidere sull’istanza. Come riferito dall’avvocato di Cospito, anche la procura generale di Torino e la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo si sono detti contrari alla concessione dei domiciliari.
La richiesta di Cospito ai giudici
Alfredo Cospito ha comunque avuto modo di parlare con i giudici, e di presentare una richiesta che, se accolta, porrebbe finalmente fine allo sciopero della fame che l’anarchico porta avanti da più di cinque mesi e che lo ha ridotto in fin di vita.
Cospito, come spiegato dall’avvocato Rossi Albertini, si è detto “disposto a recedere dallo sciopero della fame purché il tribunale di Sorveglianza liberasse altri detenuti attualmente sottoposti al 41 bis, persone anziane o malate che vogliono soltanto tornare a casa dopo 30 anni di 41 bis”.
Allo stesso modo, precisa l’avvocato, l’anarchico è intenzionato a interrompere lo sciopero della fame anche nel caso gli vengano concessi gli arresti domiciliari.
La decisione dei giudici
Bisognerà quindi attendere la prossima settimana per sapere quale sarà la decisione definitiva dei giudici della Sorveglianza di Milano sulla concessione dei domiciliari per il primo anarchico mai sottoposto al regime di 41 bis.
Il collegio, di cui fanno parte la presidente del Tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa, il magistrato Ornella Anedda e due esperti, avrà tempo cinque giorni per sciogliere la riserva, tenendo comunque conto che, ad oggi, la scelta di Cospito di proseguire con lo sciopero della fame aveva portato la Cassazione a considerare l’assenza di nutrizione “non un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari”.
Nella valutazione finale però, bisognerà anche tener conto dello stato di salute di Cospito, di quanto esso sia “umanamente” compatibile non solo con il regime di 41 bis ma con il carcere in generale, e della possibilità di garantire le cure da casa.