Alessia Pifferi accusata dalla sorella Viviana a Quarto Grado: "Siamo allibite da queste bugie, è diabolica"
La sorella di Alessia Pifferi, Viviana, torna ad accusare la 37enne imputata per la morte di stenti della figlia di 18 mesi Diana, abbandonata a casa
“È un’unica bugia, diabolica”: Viviana Pifferi parla in Tv della sorella Alessia, la 37enne imputata di omicidio volontario pluriaggravato per aver fatto morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana, abbandonata da sola in casa per giorni. Al centro del dibattito della puntata di ‘Quarto Grado’ di venerdì 29 settembre c’è la versione dei fatti riportata dalla donna nell’ultima udienza nell’aula del tribunale di Milano e la sua presunta incapacità di intendere.
Le parole di Viviana Pifferi
“Ho perso il conto delle bugie che ha raccontato per andare dietro agli uomini” ha detto Viviana Pifferi rispondendo alla domanda del conduttore Gianluigi Nuzzi.
“Poi tutti gravi, tutti malati…il papà della bambina non si sa chi è però è morto… un altro in terapia intensiva” dice ancora la sorella della 37enne, che ricostruisce anche le circostanze del matrimonio di Alessia Pifferi. “Lei era già sposata civilmente a Palermo, si è trasferita a Milano in casa dei miei con il marito, non lavoravano nessuno dei due – racconta Viviana – All’improvviso ha deciso di fare un secondo matrimonio, vuole sposarsi in chiesa facendo una festa. Io ho deciso di non andare perché non lavoravano e non avevano soldi, non era una necessità”.
La cena su Lago di Endine
Tra i tanti aspetti della vicenda esaminati durante la trasmissione, anche la cena a Monasterolo del Castello, in provincia di Bergamo, tra Alessia Pifferi e il compagno Mario Angelo D’Ambrosio, una settimana prima della morte della piccola Diana.
Per pagare questa cena la 37enne avrebbe chiesto soldi tra i conoscenti fingendo il battesimo della figlia. “Invece del battesimo ci fu questa cena a sorpresa da 150 euro –ricostruisce in studio l’avvocato De Mitri, legale di Viviana Pifferi – tavolo vista Lago di Endine con il trasporto di limousine del costo di 380 euro”.
La perizia
Altro punto dirimente affrontato durante la puntata è stata la perizia che attribuisce ad Alessia Pifferi un quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni e che sarebbe la base della strategia della difesa per puntare sull’incapacità di intendere e di volere. Una ricostruzione respinta dalla famiglia: “I problemi cognitivi sono saltati fuori adesso perché non li hai mai avuti” ha detto la sorella Viviana.
“Noi siamo allibite da queste bugie” ha aggiunto riferendosi anche alla mamma, Maria Assandri. La madre, in un’intervista telefonica mandata in onda durante la puntata ha confermato di aver portato da piccola Alessia “una volta alla settimana dalla psicologa, non ho mai avuto nessuna carta che dice che ha ritardi”.
Secondo quanto sostenuto in trasmissione dal professor Massimo Piccozzi “tutto sommato quantomeno un disturbo dipendente di personalità questa donna ce l’ha, un’immaturità ce l’ha, il problema è valutare se sono di gravità sufficiente a togliergli la capacità di intendere e di volere”.
“Quanto al test che dice appunto quoziente di 40 -spiega il criminologo – i test di intelligenza sono molto condizionati dalla cultura, per cui potrebbero essere sottostimati, comunque la perizia si basa anche sui test ma non principalmente sui test, soprattutto da quello che emerge da colloquio”.