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Alessandro Barbero sul 25 aprile attacca chi fa parte del Governo Meloni: "Vuol dire che è fascista"

In vista del 25 aprile Alessandro Barbero, a DìMartedì, ha attaccato il governo Meloni, definendo fascista chi fa fatica a definirsi antifascista

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Lo storico e scrittore Alessandro Barbero non ha risparmiato critiche al governo Meloni in vista delle celebrazioni per la Festa della Liberazione del 25 aprile, definendo “fascista” chi fa fatica a dirsi “antifascista“.

Cosa ha detto Barbero sul governo Meloni a DiMartedì

Nella puntata di ‘DiMartedì’, su La7, del 23 aprile, il conduttore Giovanni Floris ha chiesto ad Alessandro Barbero: “È difficile dirsi antifascisti?”.

La risposta dello storico: “Beh, dipende da dove si è cresciuti, in quale famiglia, in quale pezzo d’Italia. C’è un pezzo d’Italia dove ormai da tre generazioni ai bambini si insegna che il regime ha fatto anche cose buone e che, invece, i partigiani erano degli scavezzacolli, dei ladri di galline o magari dei criminali e che quindi non c’è nessun motivo per festeggiare il 25 aprile. Una parte d’Italia è rimasta così. O almeno io me la spiego così. Perché altrimenti, che oggi, quasi un secolo dopo, sia così difficile ‘Vabbè ragazzi, ammettiamolo, c’era una parte giusta e una sbagliata’…”. Barbero ha poi aggiunto: “Non c’è mai stata una guerra in cui fosse così evidente”.

Floris, a quel punto, ha domandato: “Se sei cresciuto in quel mondo e con quelle categorie mentali e culturali e poi ti ritrovi al governo del Paese, può avere delle conseguenze negative o pericolose?”

Barbero ha detto: “Beh, sì, le ha conseguenze negative e pericolose. Non tanto, forse, perché rischiamo di essere di nuovi messi tutti in camicia nera a marciare. Non credo che rischiamo di avere di nuovo un governo che invaderà l’Etiopia o dichiarerà guerra agli Stati Uniti, come ha fatto Mussolini. Le cose simboliche, però, sono importanti. Se siamo ancora qui a spaccarci tra chi sta con i partigiani e chi sta con i fascisti, significa che non sono cose superficiali, son cose radicate profondamente nell’identità italiana”.

L’affondo dello storico: “Allora, che chi sta al governo e dovrebbe aver giurato su una Costituzione antifascista faccia fatica a dirsi antifascista, il che vuol dire che è fascista, perché o l’uno o l’altro, mi sembra inquietante“.

Lo storico e scrittore Alessandro Barbero.

Il caso Scurati in Rai e l’antifascismo

Le parole di Alessandro Barbero sono arrivate a pochi giorni di distanza dal “caso Scurati” esploso in Rai: il monologo sul 25 aprile che lo scrittore aveva preparato per la trasmissione ‘Chesarà‘ condotta da Serena Bortone non è mai stato trasmesso.

In un passaggio del monologo, Scurati diceva: “Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

Fonte foto: ANSA

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