Alberto Genovese accusato di violenze: la nuova versione davanti ai pm
L'imprenditore Alberto Genovese finirà presto in tribunale con le accuse di violenza sessuale aggravata e detenzione di droga: cosa ha detto ai pm
Emergono nuove indiscrezioni su Alberto Genovese, accusato di aver drogato e violentato diverse giovani donne durante i festini organizzati nelle sue ville di Milano e Ibiza. Ai pm avrebbe raccontato lui stesso la sua vita di eccessi tra sostanze stupefacenti e la ricerca di giovanissime con cui praticare sesso estremo.
A un anno dal suo arresto, con tanto di permanenza in una clinica per la cura delle dipendenze, ha chiesto nuovamente di essere interrogato l’8 ottobre.
Alberto Genovese accusato di violenze: l’ammissione sulle ragazze minorenni
Ammettendo di aver avuto rapporti con minorenni a Terrazza Sentimento, l’attico con vista Duomo nel capoluogo lombardo e a Villa Lolita, alle Baleari. I pm gli contestavano in particolare una frase in una chat tra amici, riportata dal Corriere della Sera: “Io sono un porco pedofilo”.
Agli inquirenti avrebbe spiegato però di non essersi mai spinto sotto i 16 anni, dunque di essersi sempre tenuto nei limiti consentiti dalla legge.
Alberto Genovese: le dichiarazioni sulle donne che lo hanno accusato di stupro
Discorso diverso per la droga. La giovane di 18 anni che lo ha denunciato l’11 ottobre dopo quasi 24 ore di violenze, aveva riferito di essere stata violentata dopo essere stata stordita.
Il 44enne ha raccontato che la vicenda sarebbe arrivata al culmine di tre giorni in cui aveva abusato di cocaina. Avrebbe riferito di aver avuto quelli che pensava essere rapporti consenzienti con la ragazza, che si sarebbe prestata a giochi estremi in cambio di ketamina e soldi.
Lei aveva dichiarato invece di essere stata drogata inconsapevolmente ed essersi resa conto della violenza solo dopo in un secondo momento, anche grazie alle videocamera di sorveglianza che avevano registrato le sue urla di dolore.
Alberto Genovese avrebbe raccontato ai magistrati di non essere riuscito a vedere per intero quei filmati, che gli provocherebbero oggi attacchi di panico, repulsione, sofferenza, schifo e disgusto.
La versione della difesa è che non avrebbe concordato con la 18enne una safe word, una parola d’ordine per interrompere il rapporto sadomaso.
Versione analoga per la vicenda che coinvolge invece una 23enne, che ha dichiarato di essere stata violentata dall’imprenditore e dalla sua fidanzata. Anche lei, per il 44enne, avrebbe volontariamente assunto molte sostanze e avrebbe chiesto soldi per fare sesso.
Alberto Genovese accusato di violenze: il racconto della dura separazione
A giustificare quel “vortice in cui ho perso ogni forma di umanità“, come dichiarato da lui stesso secondo il Corriere della Sera, sarebbe stata la separazione da una donna con cui aveva convissuto per 7 anni, progettando un futuro insieme.
“Quando mi ha lasciato è finito tutto“, e l’unico rimedio sarebbe stato l’abuso di sostanze stupefacenti per annullare il dolore. E sfogare istinti sempre più violenti in un mondo fatto di estremi.
Trovatosi solo e lontano dagli amici storici e dalla famiglia, avrebbe iniziato anche a nutrire pensieri paranoidi, pensando che ogni ragazza gli si avvicinasse per “farsi mettere incinta” e sfruttare i suoi soldi.
Dichiarazioni che potrebbero costituire lo scheletro della nuova linea difensiva dei suoi legali, che potrebbero puntare sui disturbi e la tossicodipendenza di Alberto Genovese assicurargli un’eventuale riduzione della pena per le accuse di stupro.