Zona gialla a Natale, 5 le regioni a rischio: dove potrebbero scattare misure più rigide per le festività
Quali regioni sono attualmente in zona gialla e quali entreranno in zona gialla dal lunedì 6 dicembre (prossima settimana). Chi rischia a Natale
Quali regioni rischiano la zona gialla a Natale? Sono 3 gli indicatori che bisogna guardare per fare qualche ipotesi sull’andamento della pandemia in Italia e sulle misure di contenimento di contagi che scattano automaticamente.
Si tratta del numero di positivi, numero di pazienti ospedalizzati (quindi tasso di occupazione dei reparti ordinari) e percentuale di occupazione delle terapie intensive. Quando tutti e tre questi indicatori superano una soglia limite, la regione passa alla zona gialla.
Sì, perché per il momento di zone arancioni o addirittura rosse non se ne parla, fortunatamente. Purtroppo la zona gialla entro Natale resta dietro l’angolo, almeno per 5 regioni italiane.
Quali regioni italiane potrebbero quindi essere in zona gialla entro Natale?
Quali regioni sono adesso in zona gialla (oggi 3 dicembre 2021) in Italia e quali lo saranno nella prossima settimana
Da lunedì in zona gialla c’è il Friuli Venezia Giulia, che, con il passaggio a un livello di rischio superiore rispetto al bianco di tutto il resto d’Italia, ha interrotto un intervallo di due mesi durante il quale nessuna regione italiana è stata in giallo.
Dal lunedì della prossima settimana (6 dicembre 2021), al Friuli Venezia Giulia si aggiungerà la provincia autonoma di Bolzano. È il riflesso di una recrudescenza del contagio, che ha portato a 155 i contagi settimanali ogni 100 mila abitanti in Italia dai 125 della settimana prima.
Quali regioni rischiano la zona gialla a Natale e per il periodo delle festività: ci sono il Lazio e il Veneto
Si tratta di Veneto, Liguria, Lazio, Calabria, Marche. Ipotizzando che non ci sarà un’inversione di tendenza, sono 5 le regioni che potrebbero vedere un Natale in giallo a causa dei reparti ospedalieri sempre più pieni e della percentuale di occupazione delle terapie intensive via via maggiore, giorno dopo giorno.
I numeri sono alti anche in Lombardia, ma in questo caso le strutture sanitarie offrono una maggiore disponibilità di posti letto, sia in reparti ordinari che nelle terapie intensive. Per questa ragione, la Lombardia è da considerarsi in una categoria di rischio intermedio tra le cinque regioni nominate prima e il resto d’Italia, dove il contagio preoccupa un po’ di meno.