Zelensky, il discorso duro al parlamento tedesco: critiche a Berlino e reazione fuori luogo del Bundestag
Il presidente ucraino usa la metafora del Muro di Berlino e biasima Scholz su tutte le titubanze mostrate sulle punizioni da infliggere alla Russia
Volodomyr Zelensky non vuole cedere di un millimetro e resta in trincea a combattere in prima linea contro l’invasione russa. Lotta su tutti i fronti, non fa eccezione il fronte mediatico. E naturalmente pure quello politico. Provenendo dal mondo dello spettacolo, sa bene che finché i riflettori saranno ben puntati su ciò che sta accadendo in Ucraina, l’Occidente non avrà cali di tensione. Così, lungo la mattinata di giovedì 17 marzo, è intervenuto al Bundestag, con un discorso poderoso.
Il discorso di Zelensky al Bundestag e la metafora del muro: critiche indirizzate a Berlino
“Vi parlo mentre la Russia distrugge tutto quello che abbiamo costruito in Ucraina con razzi, bombe e artiglieria pesante”. Così ha esordito Zelensky innanzi al parlamento tedesco, rappresentate del Paese percepito come il più prudente nell’affrontare l’aggressione di Putin. Per fare breccia nell’emotività del Bundestag, il presidente ucraino ha parlato di “un muro in Europa che divide la libertà dalla mancanza di libertà e che diventa più alto con ogni bomba”.
Il fine di Zelensky è stato quello di sottolineare le titubanze del governo Scholz, nel tentativo di innescare la volontà di decisioni più nette da parte di Berlino. E infatti Zelensky, chiudendo, ha parlato direttamente al cancelliere tedesco, ricordando il 1987, quando Ronald Reagan disse a Gorbaciov, proprio da Berlino, “abbatta questo muro”. “Cancelliere Scholz, faccia lo stesso, abbatta questo muro e conceda alla Germania il ruolo di leader che si merita”, ha chiosato il presidente ucraino.
“Vi abbiamo detto che Nordstream 2 preparava la guerra e ci avete risposto che è una questione economica”, ha evidenziato il presidente ucraino. E ancora: “Invece erano mattoni del nuovo muro”. Le critiche verso Berlino si sono fatte ancor più chiare poco dopo, quando Zelensky, ringraziando i cittadini tedeschi che offrono aiuti ai profughi, ha ricordato “chi voleva il blocco dello Swift, l’embargo energetico della Russia” e “il nostro ingresso nella Ue”.
Zelensky ha indirettamente biasimato i vertici politici tedeschi che hanno sì imposto un blocco dei pagamenti internazionali, ma lo hanno fatto in modo selettivo, oltre a opporsi a un embargo del gas e del petrolio provenienti dalla Russia. Anche la cautela sull’ingresso dell’Ucraina nell’Ue “è un’altra pietra” di stampo tedesco del nuovo muro in Europa a cui ha fatto metaforicamente riferimento il leader di Kiev.
Ogni anno, ha aggiunto Zelensky con tono di sfida, la Germania ricorda il “mai più” scandito dopo la Seconda guerra mondiale e la Shoah: “Ma non vuol dire più niente”. Quindi il grazie ai giornalisti tedeschi che “mostrano il male che sta commettendo la Russia” e che dimostrano che c’è un’etica da preservare che va al di là “delle ragioni dell’economia”.
Zelensky parla al Bundestag, appena finito il discorso il parlamento riprende l’agenda e fa gli auguri a due parlamentari
Finito l’intervento, molti osservatori hanno notato una reazione alquanto insolita, per non dire fuori luogo, del Bundestag che, pur salutando con un’ovazione in piedi – Scholz compreso – il discorso di Zelensky, ha poi ripreso rapidamente a dedicare attenzione alla sua agenda del giorno, senza nemmeno dedicare un dibattito a quanto riferito dal presidente ucraino. Non solo: si è trovato pure il tempo per fare gli auguri di compleanno a due parlamentari.