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Willy, Bizzarri: "Non sono ancora assassini". Scontro con Scanzi

Luca Bizzarri scrive due tweet sulla presunzione di innocenza e sulla gogna del web prima della sentenza: la replica di Andrea Scanzi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Dopo la politica (il premier Giuseppe Conte in testa), anche i personaggi dello spettacolo hanno deciso di dire la loro sulla morte di Willy Monteiro Duarte, il 21enne massacrato di botte a Colleferro lo scorso weekend. Oltre al rapper Ghali, che ha origini tunisine e che ha sollevato l’atavico problema del razzismo in Italia, è intervenuto sulla questione anche il conduttore tv/attore Luca Bizzarri.

Su Twitter, Bizzarri ha pubblicato due messaggi che hanno causato una valanga di commenti, quasi tutti critici nei suoi confronti.

Willy, ucciso a Colleferro: il primo tweet di Bizzarri sui presunti assassini

Nel primo tweet, datato 7 settembre, Bizzarri ha scritto: “Facile pubblicare le foto di due (presunti) assassini e distanziarci dalla loro ferocia. Proviamo a capire dove ha origine, quale cultura manchi e quale sottocultura invece causi tragedie del genere. Perché vedo tutti tanto distanti da ciò che è avvenuto, ma qualcuno lo è meno”.

Quel “presunti”, messo tra parentesi, ha infastidtio tantissimi utenti, che invece hanno certificato la colpevolezza dei fratelli Bianchi. Quindi, la replica di Bizzarri: “Chi sono gli assassini, in Italia, lo decidono i tribunali. Non io, non te. Oppure se vuoi ci mettiamo tutti con la carabina alla finestra e ci facciamo giustizia da soli. Sono presunti perché colpevoli lo dirà una sentenza”.

Willy, ucciso a Colleferro: il secondo tweet di Bizzarri sulla presunzione di innocenza

Il giorno dopo, 8 settembre, altro tweet dedicato esplicitamente alla presunzione d’innocenza. “Un assassino – ha scritto Bizzarri – è ‘presunto’ fino a che un tribunale dice che è un assassino. Un Paese che fatica, o più spesso rinuncia, a comprendere questo concetto, non può migliorare. Un popolo che vuol farsi giustizia da sé è un popolo senza giustizia. È un popolo, appunto, di picchiatori”.

Tra le poche risposte di supporto a questa visione, quella di Ivan Scalfarotto, deputato di Italia Viva e candidato alla presidenza della Regione Puglia: “Temo che sia una delle numerose battaglie che abbiamo perso, caro Bizzarri. Concetti come habeas corpus e garantismo, da diritti di libertà per tutti, nella pubblica opinione sembrano diventati dei lussi per le élites”.

Presa di posizione, però, criticata dai più. Un utente ha scritto “Pensa se fosse stato tuo figlio“, o ancora “Se ammazzi di botte un ragazzo e ti beccano non sei un ‘presunto’ assassino, ma solo un assassino in attesa di condanna”.

E infine: “Io questa cosa che per usare la parola assassini per definire 4 persone che, davanti a un numero ragguardevole di testimoni, massacrano un povero ragazzo devo aspettare 3 gradi di giudizio, sentenza, motivazioni e sigillo papale proprio non la capisco”.

Willy, Scanzi attacca Bizzarri: “Che fine sociologo”

Contro Bizzarri, anche il giornalista Andrea Scanzi che sulla sua pagina Facebook ha attaccato il conduttore: “Credevo che le disgrazie fossero già sufficienti così, ma in effetti – per fare filotto – mancava Luca Bizzarri che ci invita a non essere troppo cattivi coi ‘presuntiì (?!?) assassini di Willy Monteiro, cercando di comprendere da dove tragga ‘origine’ la loro ‘sottocultura’. Che fine sociologo“.

Scanzi ha proseguito scrivendo che “la capacità di Bizzarri di condensare tutti i difetti dell’essere umano piccolo borghese e furbescamente mainstream, ancor più quando finge di non essere mainstream, non smette mai di affascinarmi. È così costantemente inaccettabile e irricevibile che mi verrebbe quasi voglia di chiedergli l’autografo”.

E infine: “Da anni è divenuto una sorta di Nicola Porro del renzismo affranto, o se preferite un Costantino della Gherardesca appena più dotato (ci vuol poco). Son soddisfazioni”.

Willy, ucciso a Colleferro: a che punto sono le indagini

Intanto, in queste ore i testimoni, a verbale, hanno raccontato il pestaggio subito da Willy. A chiarire i ruoli dei ragazzi, adesso che ciascuno tende a scaricare sugli altri la responsabilità, potrebbero essere le immagini delle telecamere di zona.

I fratelli Bianchi hanno respinto le accuse nell’interrogatorio davanti al gip: “Non lo abbiamo toccato, siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati”.

Fonte foto: Ansa

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