Vittorio Sgarbi e l'inchiesta Report-Fatto sul quadro rubato, lui: "Trovato in una villa a Viterbo"
Prosegue il mistero intorno al quadro di Ruttilio Manetti (rubato da un castello di Buriasco) che coinvolge Vittorio Sgarbi
S’infittisce il mistero intorno al quadro di Rutilio Manetti (autore senese del Seicento ed esponente del Caravaggismo), rubato anni fa dalle sale di un antico castello di Buriasco, piccolo Comune agricolo a pochi chilometri da Pinerolo (Torino). La vicenda, che vede coinvolto anche Vittorio Sgarbi, sarà sviscerata nella serata di domenica 17 dicembre in un servizio di Report, come anticipato dal programma d’inchiesta di Rai 3.
- La tela riapparsa alla mostra di Sgarbi
- Il dettaglio della candela
- La presenza di Sgarbi al castello
La tela riapparsa alla mostra di Sgarbi
“Sarei felice se potessi ritrovare il mio quadro. E dire che né io né mio marito conoscevamo il suo valore”, ha raccontato Margherita Burzio Chiosso, proprietaria del maniero di Pinerolo, riferendosi alla tela scomparsa.
L’opera, del valore stimato di diverse centinaia di migliaia di euro, era riapparsa ed esposta a Lucca durante la mostra “I pittori della luce”, due anni fa.
Vittorio Sgarbi, che aveva tagliato il nastro dell’esposizione, aveva dichiarato che il quadro era suo e che l’aveva trovato all’interno della villa Maidalchina, residenza acquistata dal sottosegretario alla Cultura nel Viterbese.
L’opera, “La Cattura di San Pietro”, risulterebbe rubata e comparirebbe tra le foto della banca dati dell’Interpol, come rivelato da una prima inchiesta del Fatto Quotidiano.
Il dettaglio della candela
Interpellato sulla questione, Sgarbi aveva replicato: “Uno ha la candela e l’altro no, sono diversi”. La candela-fantasma (unica differenza tra le due opere, dal momento che non era presente in quella rivendicata dalla proprietaria) è solo l’ultimo enigma della complessa vicenda ricostruita da il Fatto e Report.
Secondo l’inchiesta del quotidiano diretto da Marco Travaglio, anni fa un fedelissimo di Sgarbi si sarebbe proposto di comprare il quadro, ma la signora avrebbe rifiutato ogni offerta. Alcune settimane dopo, dei ladri si sono introdotti nel castello, portando via la preziosa tela e lasciando al suo posto una fotografia dell’opera.
“Una mattina d’inverno mi accorsi che c’erano delle orme sulla neve – spiega oggi la signora Burzio Chiosso -. Quando entrai nella sala vidi che al posto dell’originale avevano messo una copia dell’opera, stampata su una tela plastificata e fissata malamente con una sparapunti da tappezziere”.
All’epoca il furto venne denunciato ma il fascicolo fu immediatamente archiviato.
La presenza di Sgarbi al castello
Il castello di Buriasco è diventato negli anni un punto di riferimento per banchetti nuziali, battesimi, ma anche presentazioni di libri.
A una di queste intervenne anche Vittorio Sgarbi, in un periodo antecedente al furto. “Quando poi il contratto con i gestori andò in scadenza decidemmo di non rinnovarlo e mettemmo in vendita il castello con tutti i mobili e i quadri. Era chiaro che volevo vendere tutto in un unico blocco e non per singoli pezzi”, sottolinea Margherita.
Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco di Buriasco, Carlo Manavella: “Ricordo che fra i possibili acquirenti si fecero avanti anche persone che volevano scoprire se fra quelle antiche mura ci potessero essere mobili o quadri di valore. La signora Burzio si trovò in difficoltà e in certi casi non sapeva chi far entrare e chi no”.
Ora la signora Burzio Chiosso vuole mettere un punto sulla questione. “Adesso sono stanca del clamore che questa notizia ha sollevato. Vorrei che la cosa si chiarisse, io non saprei dire come mai Sgarbi sia entrato in possesso di quest’opera e vorrei capire perché qualcuno abbia detto che l’opera di nostra proprietà non fosse autentica”.