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Virologa si cura tumore al seno iniettandosi virus coltivati da lei in laboratorio: il caso di Beata Halassy

Una virologa ha curato il suo tumore al seno iniettandosi due virus da lei coltivati in laboratorio: il caso di Beata Halassy

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Simone Gervasio

GIORNALISTA

Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio

Una virologa è riuscita a curare con successo un tumore al seno, che lei stessa aveva, iniettandosi dei virus coltivati nel suo laboratorio. La donna si chiama Beata Halassy, lavora all’Università di Zagabria e il suo caso sta facendo scalpore.

Virologa cura un tumore al seno con dei virus

La tecnica innovativa è stata messa a punto proprio dalla stessa Beata Halassy che subito l’ha definita “non convenzionale”, un “qualcosa da non imitare”, presentando il suo caso sulla rivista Vaccine.

Fatto sta che, grazie ad essa, la ricercatrice è riuscita a curare il tumore al seno grazie a due virus che lei stessa aveva coltivato.

La virologa ha fatto ricorso a una nuova tecnica che rientra nel campo della viroterapia oncolitica

Il caso di Beata Halassy

Quando aveva 49 anni, nel 2020, Beata Halassy ha scoperto di avere un nuovo tumore che si era formato dove, in precedenza, aveva subito una mastectomia.

Restia a sottoporsi nuovamente alla terapia consueta, ha provato a seguirne una nuova, grazie alle sue competenze di virologa.

Per curarsi, ha optato per la cosiddetta viroterapia oncolitica, una nuova terapia che si sta cominciando a sperimentare e che, a distanza di 4 anni, ha fatto sì che il tumore non si riformasse.

Che cos’è la viroterapia oncolitica

Con questo approccio non convenzionale alla malattia, dei virus vengono utilizzati per aggredire le cellule tumorali e per stimolare il sistema immunitario in modo che attacchi il tumore.

Si tratta di una tecnica che sta iniziando a circolare e le cui sperimentazioni stanno iniziando ad allargarsi. Se prima erano condotte solo su tumori con metastasi, ora stanno testandosi anche su stadi più precoci. Negli Stati Uniti test del genere erano stati fatti su casi di melanoma ma mai su tumori al seno.

La virologa Beata Halassy ha utilizzato contro il suo tumore due virus, uno dopo l’altro. Prima ha scatenato quello del morbillo poi uno dei virus della stomatite vescicolare. Il preparato è stato direttamente iniettato nel tumore per due mesi: quest’operazione lo ha fatto ridurre progressivamente e non ha provocato gravi effetti collaterali. In seguito è stato possibile asportare chirurgicamente il tumore così trattato.

Le polemiche nell’ambiente

Costantemente monitorata, la ricercatrice è stata trattata per un anno con un anticorpo monoclonale. L’analisi del tessuto tumorale ha poi dimostrato che la terapia era riuscita.

Il caso Halassy ha scosso l’ambiente medico: i suoi risultati sono stati pubblicati solo dopo che decine di riviste scientifiche avevano rifiutato di farlo. Di lei si parla anche sulla rivista Nature. Numerose le polemiche nell’ambiente e acceso il dibattito sull’auto-sperimentazione.

La virologa ha detto di non aver rimpianti, anche se ritiene improbabile che possa venir imitata in quanto per ottenere questi risultati serve una preparazione scientifica fuori dal comune. È stata recentemente finanziata per sperimentare la sua terapia nel trattamento del cancro negli animali domestici.

Fonte foto: Facebook Beata Halassy / IPA

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