Vietati i cellulari in classe, arriva la circolare del Miur: telefoni e videogiochi paragonati alla cocaina
Il Miur ha diffuso una circolare che vieta l'utilizzo dei cellulari in classe, ma anche una relazione che paragona telefoni e videogiochi alla cocaina
Stop ai cellulari in classe, ma non ci saranno sanzioni in caso di mancato rispetto del divieto. Lo prevede la circolare diffusa dal Ministero dell’Istruzione martedì 20 dicembre, firmata dal ministro Giuseppe Valditara. Oltre ai telefoni, il documento si allarga a tutti i dispositivi elettronici analoghi. La circolare è stata accompagnata da una relazione sull’impatto del digitale sugli studenti, “con particolare riferimento ai processi di apprendimento”. Studenti che vengono descritti come “giovani schiavi resi drogati e decerebrati“. Ecco quali sono i rischi secondo il Ministero.
Cosa dice la circolare
La circolare ha come oggetto le “indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe”.
Il documento, sostanzialmente, conferma il divieto di utilizzarli durante le lezioni, “trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza”, afferma il ministro, come in effetti già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla Circolare ministeriale n. 30 del 2007.
Nessuna sanzione disciplinare prevista in caso di utilizzo.
Quando si potrà usare il cellulare: l’eccezione
La circolare evidenzia però una eccezione. L’utilizzo del cellulare e dei dispositivi elettronici analoghi è consentito – col consenso del docente e in conformità con i regolamenti di istituto – per “finalità inclusive, didattiche e formative, anche nel quadro del Piano Nazionale Scuola Digitale e degli obiettivi della c.d. ‘cittadinanza digitale’ di cui all’art. 5 L. 25 agosto 2019, n. 92“.
I rischi per gli studenti
Il ministro Valditara, pur escludendo sanzioni nei confronti degli studenti sorpresi a utilizzare il cellulare in classe, ne ha evidenziato i rischi (tra l’altro, non è la prima volta che si scaglia contro l’uso dei telefonini a scuola).
Insieme alla circolare, infatti, il Miur ha diffuso una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato (giugno 2021), mettendo in luce – sostiene Valditara – “gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini”.
I rischi per la salute dei ragazzi che possono derivare dall’uso perdurante dei cellulari, stando alla relazione (a proposito, il relatore è Andrea Cangini, ex senatore di Forza Italia), sarebbero:
- miopia;
- obesità;
- ipertensione;
- disturbi muscolo-scheletrici;
- diabete;
- dipendenza;
- alienazione;
- depressione;
- irascibilità;
- aggressività;
- insonnia;
- insoddisfazione;
- diminuzione dell’empatia;
- perdita di concentrazione;
- perdita di memoria;
- perdita di spirito critico;
- perdita di adattabilità;
- perdita di capacità dialettica.
Non manca, nella relazione, un riferimento ai videogiochi: “Niente di diverso dalla cocaina”.
Vengono poi elencati i numeri di alcuni Stati orientali, come la Corea del Sud, la Cina e il Giappone: “Gli hikikomori in Giappone sono circa un milione. Un milione di zombi“.
Si citano anche i fenomeni più recenti: istigazione al suicidio, adescamento, sexting, bullismo, revenge porn.
Tutti “reati facilitati dal fatto che nelle nuove piazze virtuali non trovano spazio le regole in vigore nelle vecchie piazze reali: vige l’anonimato, i controlli sono scarsi, i minori vi si avventurano senza alcuna sorveglianza da parte dei genitori”, recita la relazione, che si conclude con gli studenti italiani definiti come “giovani schiavi resi drogati e decerebrati. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro”.
Nel documento, comunque, non si fa cenno a ricerche o articoli scientifici specifici.