Venezia, vernice rossa contro la basilica del Redentore. Zaia: "Una vera dimostrazione di ignoranza"
La facciata della basilica del Redentore di Venezia è stata imbrattata con vernice rossa e scritte, forse i vandali sono stati ripresi dalle telecamere
Vernice rossa contro uno dei simboli di Venezia: la basilica del Santissimo Redentore. L’atto vandalico si è verificato nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 maggio. Una parte della facciata della chiesa, che si affaccia sul canale della Giudecca, nel cuore della città, è stata coperta con una vernice rossa. Sopra lo stesso spazio sono stati disegnati dei simboli, con spray nero, che somigliano a una formula matematica.
- Chiesa del Redentore di Venezia nel mirino dei vandali
- Le parole del superiore del convento
- Altro episodio pochi giorni fa in una chiesa di Venezia
- Luca Zaia sull'accaduto: "Vera dimostrazione di ignoranza"
- La storia della chiesa del Redentore di Venezia
Chiesa del Redentore di Venezia nel mirino dei vandali
La scoperta è stata fatta da uno dei frati che vivono nel convento che ospita la basilica del Redentore. Probabilmente l’episodio è accaduto tra le 22 e le 6 del mattino, visto che l’ultimo frate è passato davanti alla chiesa proprio alle 22 di domenica senza notare nulla di strano. Le forze dell’ordine, allertate nelle prime ore nel mattino, sono al lavoro per risalire all’identità dei vandali.
Una mano potrebbe arrivare dalle telecamere della video-sorveglianza, puntate proprio sulla facciata della chiesa. Non è escluso che i vandali siano stati ripresi.
Le parole del superiore del convento
“Non ci sono motivi precedenti, ripicche o altre cose che possano esser capitate nei giorni scorsi – ha detto all’Ansa Fra’ Gianfranco Tinello, superiore del convento e custode del tempio – Il messaggio ha simboli matematici pare senza senso. Le risorse da destinare al ripristino della parete dovranno esser tolte alla promozione culturale e alla solidarietà delle famiglie, che con il Covid si sono trovate in difficoltà. Un fatto che spiace, perché sarebbe stato meglio non accadesse”.
Altro episodio pochi giorni fa in una chiesa di Venezia
Pochi giorni fa un’altra chiesa di Venezia, quella di Sant’Antonin a Castello, è stata imbrattata con disegni sulla facciata. Il patriarcato di Venezia ha diffuso una nota di commento sull’accaduto: “Spiace dover constatare, in tale caso come in altri simili, la totale mancanza di rispetto che si unisce all’ignoranza e alla grossolanità”.
“Deturpare monumenti e luoghi simbolo, che appartengono alla tradizione culturale e religiosa della città, è prima di tutto un’offesa all’intelligenza propria e, poi, a quella dell’intera città di Venezia”, si legge nella nota.
Luca Zaia sull’accaduto: “Vera dimostrazione di ignoranza”
Parla di ignoranza anche Luca Zaia, governatore della regione Veneto: “Qualunque sia il movente di un simile gesto, si tratta di una vera dimostrazione di ignoranza del valore artistico della chiesa del Redentore, edificio palladiano, e dell’importanza identitaria che ha per Venezia e il Veneto. Gli inquirenti faranno luce su quanto è accaduto. Intanto esprimiamo la più ferma condanna per un simile gesto oltraggioso e incivile”, ha commentato Zaia.
La storia della chiesa del Redentore di Venezia
La chiesa del Santissimo Redentore è uno dei simboli di Venezia. Costruita nel 1577 su progetto di Andrea Palladio, all’interno custodisce opere del Tintoretto, di Paolo Veronese, di Jacopo Palma il Giovane, di Francesco Bassano, di Alvise Vivarini e di Pietro Della Vecchia.
Innalzata in onore del Redentore per la liberazione della città dalla peste, ogni anno a metà luglio è sede delle celebrazioni della festa del Redentore.