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Vaccino, Italia in ritardo: cosa non funziona a livello regionale

La campagna per il vaccino anti Covid parte ufficialmente il 4 gennaio, ma le fasi di test hanno fatto emergere problemi ovunque

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sono solo 114.349 le dosi di vaccino iniettate in Italia, a fronte delle 469.950 che sono state distribuite ai centri vaccinali del nostro Paese. Terminate le feste di Natale, inizia ufficialmente lunedì 4 gennaio la campagna, con l’inoculazione a tutti gli operatori sanitari. A marzo inizierà invece la nuova fase, dedicata agli anziani, nonostante i dubbi sulla disponibilità e la logistica.

Vaccino, ritardi in Lombardia: Gallera non chiama i medici

Il Governo, riporta il Corriere della Sera, ha espresso “preoccupazione” per i ritardi, a cominicare da quello della Lombardia. L’assessore Giulio Gallera ha fatto sapere che non sarebbe stato corretto richiamare i medici dalle ferie, e ha annunciato che dal 4 gennaio si faranno 6 mila vaccini al giorno nei 65 hub regionali.

Entro pochi giorni, ha sottolineato, dovrebbero salire a 10 mila o 15 mila al giorno.

Vaccino, ritardi in Sardegna: si inizia il 7 gennaio

Altre tre regioni sono sotto il mirino del Governo. A iniziare dalla Sardegna, dove il governatore Christian Solinas ha deciso di far partire la campagna vaccinale il 7 gennaio.

Vaccino, ritardi in Calabria: manca il personale

In Calabria il ritardo è invece dovuto a divere ragioni, come ha spiegato il responsabile per l’emergenza coronavirus Antonio Belcastro al Corriere della Sera: “Le festività, la scarsità di personale e la scarsa volontà di collaborare di alcuni commissari di aziende pubbliche ospedaliere”.

Con l’arrivo del nuovo commissario Guido Longo è infatti previsto un rinnovo dei vertici sanitari in tutta la regione. Per risolvere la carenza di personale, ha annunciato Belcastro, il Rotary Club “metterà a disposizione 125 medici gratuitamente. Riusciremo a metterci alla pari”.

Vaccino, ritardi in Liguria: presto il 70% di copertura

In Liguria, dove è stato inoculato il 16,2% delle dosi, il direttore della prevenzione Filippo Ansaldi ha fatto sapere: “Abbiamo al lavoro 54 medici, 166 infermieri, 28 operatori sanitari e 56 amministrativi, in 56 linee di produzione. Ferie? Da tempo immemore qui non si fanno né sabati né domeniche. Gli allarmismi sono eccessivi. Presto arriveremo allo standard del 70%“.

Vaccino, ritardi in Emilia Romagna: colpa delle siringhe sbagliate

Nessuna difficoltà in Emilia Romagna. L’assessore Raffaele Domini ha spiegato al Corriere della Sera che “il cronoprogramma va a regime dal 4 gennaio. La fase di rodaggio ci ha consentito di risolvere alcune criticità, tra cui la fornitura di siringhe sbagliate e il tema del consenso informato ai degenti delle Cra, per i quali occorre una ordinanza della Protezione civile”.

“Andremo a regime in questi giorni con una media di circa 8 mila vaccinazioni al giorno, assicurando entro gennaio la copertura per oltre 180 mila tra sanitari e ospiti delle Cra”, ha concluso.

Vaccino, ritardi in tutta Italia: ogni Regione agisce diversamente

A causare ulteriori ritardi sono inoltre i vari sistemi di gestione, diversi da regione a regione. In Lombardia sono le aziende sanitarie a organizzare la campagna vaccinale, mentre in Toscana è stata data priorità alle Rsa rispetto a medici e infermieri.

Nell’Asl 2 di Napoli viene vaccinato anche chi ha già contratto il coronavirus, e in Molise vengono reclutati su base volontaria operatori per le vaccinazioni, pagati 25 euro lordi dopo il normale orario di servizio.

Vaccino, ritardi in tutta Italia: i centri vaccinali operativi

Grandi differenze anche nel numero di centri vaccinali operativi: il Veneto ne ha 7 e la Lombardia 65. Bolzano e Trento ne hanno rispettivamente 8 e 2, ma il Trentino Alto Adige è in cima alle classifiche di vaccinazione.

Da marzo diventeranno poi operative le “primule“, e i centri vaccinali diventeranno 1.500 in tutta Italia, anche grazie al bando emanato da Domenico Arcuri per reclutare 15 mila tra medici e infermieri.

Fonte foto: ANSA
Vaccino, quante dosi e a chi: tutti i dati per regione. Il report

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