Vaccino Covid, quanto dura la protezione dopo 3 e 6 mesi: lo studio
Uno studio effettuato al Niguarda di Milano ha monitorato l'efficacia nei mesi dei vaccini anti-Covid, al fine di misurare la durata della protezione
È partita anche in Italia la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid, per ora circoscritta ad alcune categorie di persone fragili, ma non si esclude che nel prossimo futuro sia allargata la platea. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha detto a Tgcom24 che “è verosimile che nel tempo un richiamo dovremo farlo tutti”, ma sulle tempistiche gli esperti devono ancora trovare la quadra.
Tutto dipende da quanto dura la protezione fornita dal ciclo vaccinale primario. A nove mesi dall’inizio della campagna vaccinale, cominciano a emergere studi che evidenziano un calo di efficacia per chi ha ricevuto la vaccinazione completa, a supporto della tesi sulla necessità di una terza dose booster.
Uno studio condotto all’ospedale Niguarda, coordinato dal docente di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano Francesco Scaglione, ha provato a misurare l’efficacia dei vaccini a tre e sei mesi dalla vaccinazione su una coorte di 3mila persone.
Vaccini Covid, quanto dura la protezione dopo 3 e 6 mesi: lo studio italiano
Interpellato dal Corriere della Sera, Scaglione ha spiegato che la risposta anticorpale “a 3 mesi rimane alta, a 6 mesi si abbassa notevolmente nel 40-50% dei soggetti”.
“Invece i guariti da Covid che hanno ricevuto una sola dose di vaccino – ha precisato Scaglione – mantengono mediamente la risposta anticorpale alta anche a 6 mesi, nonostante un minimo di variabilità individuale. Gli anticorpi IgG, indicativi dello status immunitario, sono più duraturi degli anticorpi IgM, che si formano subito dopo l’infezione e poi tendono a sparire”.
Il farmacologo ha sottolineato che “non c’è una correlazione netta tra livello di IgG e protezione effettiva, ma sappiamo dall’esperienza empirica che la vaccinazione protegge dall’infezione o comunque dalla malattia grave. Anche in presenza di pochi anticorpi IgG, infatti, è possibile che, a contatto con il virus, si attivi una risposta immunitaria rapida grazie ai linfociti”.
La risposta immunitaria, per questi individui, può attivarsi in “un paio di giorni”, ha spiegato Scaglione, “mentre per le persone che non hanno mai incontrato il virus (non vaccinate né guarite) la reazione protettiva può arrivare dopo 15 giorni o anche un mese. Un lungo periodo durante il quale, oltre ad ammalarsi, si può trasmettere l’infezione”.
Terza dose, Scaglione: “Corsa al richiamo non serve”
Stando a quanto osservato da Scaglione, al momento non sarebbe necessaria la corsa al richiamo, “anche se proteggere i fragili con il booster è giusto, per un atto precauzionale”. Tra i soggetti partecipanti allo studio del Niguarda che hanno ricevuto il vaccino a gennaio, “solo una decina di persone su tremila si è reinfettata con sintomi lievi, senza necessità di ricovero”.
Per Scaglione, si tratta di una “prova che i vaccini proteggono a lungo, soprattutto dalla malattia. In ospedale, nel reparto Covid, oggi abbiamo quasi solo non vaccinati. I pochissimi vaccinati sono anziani o persone con diverse patologie pregresse, ma grazie al vaccino non rischiano la vita a causa dell’infezione”.
Vaccini Covid a base di proteine ricombinanti: “Risposta ultra-rapida”
Scaglione ha infine fornito una previsione su quanto accadrà nei prossimi mesi: “Saranno disponibili dei vaccini anti-Covid classici, cioè a base di proteine ricombinanti, in grado di attivare una risposta ultra-rapida perché si salta una tappa, dato che viene immessa nel corpo direttamente la proteina Spike”.
I vaccini attualmente somministrati, sia quelli a mRna che a vettore virale, hanno invece un tempo di attivazione della risposta immunitaria più lento, in quanto inducono il nostro corpo a produrre prima la proteina Spike del coronavirus, e solo successivamente gli anticorpi “addestrati” a riconoscerla.
“I vaccini proteici potrebbero essere un’ottima arma da usare per la terza dose – ha concluso Scaglione – ma è necessario aspettare qualche mese“.