Covid, terza dose: che differenza c'è tra dose addizionale e booster
Vaccini Covid, terza dose al via. La differenza tra dose addizionale e dose booster: chi le riceve e quando
Dal 20 settembre 2021 si inizia in Italia con la somministrazione della terza dose di vaccini anti-Covid. È quanto emerso da una riunione a cui hanno preso parte il ministro della Salute Roberto Speranza e il commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo.
Di concerto è stata diffusa una circolare, visionabile sul sito del ministero della Salute, che offre alcune precisazioni in merito alla terza dose: viene fatta una sostanziale differenza tra “dose booster” e “dose addizionale”, che si ripercuote anche su diverse categorie di persone e differenti tempi di somministrazione. Ecco la differenza tra le due dosi e chi andranno a interessare.
Terza dose: cos’è la “dose addizionale”, chi la riceve e quando
“Per dose addizionale si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria”, si legge nella circolare del ministero della Salute.
La dose addizionale è quindi parte di un ciclo vaccinale primario e va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose, quindi in un arco di tempo piuttosto contenuto rispetto alla seconda inoculazione.
Le categorie di persone che riceveranno la terza dose addizionale sono i “soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici”. In particolare, sono incluse queste condizioni:
- trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva;
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica);
- attesa di trapianto d’organo;
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART);
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure;
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.);
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.);
- dialisi e insufficienza renale cronica grave;
- pregressa splenectomia;
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+< 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
Si precisa inoltre che per la dose addizionale sarà utilizzato “uno qualsiasi dei due vaccini a mRna autorizzati in Italia: Comirnaty di BioNTech/Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Spikevax di Moderna nei soggetti di età ≥ 18 anni”.
Terza dose: cos’è la “dose booster”, chi la riceve e quando
“Per dose booster – si legge nella circolare – si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria”.
La dose booster è quindi un richiamo dopo un ciclo vaccinale primario e va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose, quindi dopo un arco di tempo maggiore rispetto alla dose addizionale.
La dose booster riguarda “in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale”, specifica la circolare del ministero.
Si precisa, inoltre, che “in base alle indicazioni del CTS, si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi”.