Vaccino Covid, l'immunologo punta all'obbligo e spiega perché
L'immunologo Sergio Abrignani si esprime a favore dell'obbligo per il vaccino anti Covid
“I contagi tra i più giovani continuano a crescere visto che, a differenza degli adulti, molti non sono immunizzati. E questo deve far capire che il vaccino è indispensabile per tutti. Io lo renderei obbligatorio. Solo così quest’inverno il Covid potrà diventare come un’influenza”. Così in un’intervista al Giornale l’immunologo Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e membro del Cts, si esprime a favore dell’obbligo vaccinale per il coronavirus.
“In quindici mesi – argomenta – abbiamo avuto 128mila morti. Sono stati distrutti 10 punti di Pil. E stiamo ancora a discutere? Di fronte a questi numeri non si può invitare a fare il vaccino. Si deve farlo“.
“Entro ottobre sarà probabilmente vaccinato il 75/80% della popolazione. Ma ha poco senso ormai parlare di immunità di gregge visto che con la variante Delta il 20/25% si infetta anche se vaccinato. L’obiettivo – spiega – è quello di mitigare il rischio affinché la gente senza anticorpi eviti di entrare in contatto con il virus”.
Secondo Abrignani il vaccino va fatto anche ai bambini perché, ricorda, “nella fascia da 0 a 17 anni ci sono stati circa 30 morti e centinaia di ragazzi sono finiti in terapia intensiva“.
A questo si unisce il fatto che i bambini e gli adolescenti “sono il miglior vettore per l’infezione: fanno vita di comunità, si spostano con i mezzi pubblici, fanno sport di gruppo. E siccome in tantissimi casi sono asintomatici, possono diffondere facilmente il virus senza essere individuati”.
“Inoltre, più gente si infetta e più aumenta il rischio di far sviluppare pericolose varianti. La Delta è quattro volte più contagiosa del Sars-Cov2 originario. Se vogliamo contenere questo virus dobbiamo vaccinare adolescenti e, a seguire, bambini e neonati”.
Nel Regno Unito il Covid è stato declassato a influenza grazie alle vaccinazioni: “Gli inglesi sono più avanti di noi di un paio di mesi. E i ricoveri in terapia intensiva e i decessi causati dalla Delta tra i vaccinati sono pochissimi”.
“Quando avremo coperto l’80% della popolazione – osserva – anche in Italia il Covid potrà essere guardato come una sorta di influenza. La pandemia diventerà un’endemia, ma solo quando avremo vaccinato anche il resto del mondo”.