Vaccino AstraZeneca e effetti avversi, Galli avanza una proposta
Massimo Galli ha parlato del vaccino AstraZeneca e dell'opportunità di continuare a usarlo in certe fasce d'eta
“Si valuti se è necessario andare avanti con questo vaccino. Se non è così, si tolga in certe fasce d’età”. Così Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, si esprime a “Cartabianca” su RaiTre sul vaccino AstraZeneca, tornato sotto i riflettori dopo il caso di una 18enne ricoverata per trombosi.
Nei giorni scorsi diversi esperti hanno avanzato dubbi sull’opportunità degli Open day con vaccino Astrazeneca aperto alle fasce più giovani della popolazione.
“Quanto è ancora indispensabile AstraZeneca per finire di mettere in sicurezza la popolazione? Non so – ha detto Galli – e non posso sapere con chiarezza se i quantitativi previsti di questo vaccino sono indispensabili per chiudere l’operazione” di vaccinazione “e ridurre la circolazione del virus”.
“Se questo si può ottenere con gli altri vaccini, farei a meno di dare” il vaccino AstraZeneca “almeno alle giovani donne“, ha affermato l’infettivologo.
“In ogni caso” il vaccino “si è attirato troppi patemi, a questo punto è anche una questione di qualità di vita e serenità delle persone”, ha aggiunto.
Il vaccino AstraZeneca comunque non verrà più utilizzato a partire dal prossimo anno: la Commissione europea non ha rinnovato il contratto con l’azienda anglo-svedese.
Galli esprime poi ottimismo sui prossimi mesi, considerando i risultati della campagna di vaccinazione: “Credo sia legittimo tirare il sospiro di sollievo”.
“I vaccinati – spiega – cominciano ad essere un numero consistente che non ci toglie più nessuno. È molto difficile che possano finire all’ospedale, in rianimazione o al cimitero. Questo è il grande vantaggio ottenuto con il vaccino”.
Nonostante questo, parlando del ritorno ‘normale’ a scuola a settembre, l’esperto invita alla prudenza, perché “non è vero che non esiste il problema dell’infezione tra i bambini. La variante inglese non rispetta i bambini e li infetta, i numeri dimostrano un aumento dei casi. Siamo di fronte ad una realtà dinamica”.
“Sono felice all’idea che la scuola sia aperta in presenza a settembre, anche per la serenità delle famiglie e non solo per l’educazione dei bambini. Ma forse bisognerà avere ancora qualche precauzione per identificare in maniera precoce eventuali focolai”.