Vaccini, terza dose e reazioni avverse: parla il direttore di Aifa
Il direttore dell'Aifa Magrini ha commentato l'ultimo rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti Covid
I vaccini anti Covid “oltreché straordinariamente efficaci sono altrettanto sicuri“. Così il direttore dell’Aifa Nicola Magrini commentando in una intervista al Corriere della Sera l’ultimo rapporto di farmacovigilanza dell’Agenzia italiana del farmaco sui vaccini contro il Sars-CoV-2. “I dati – ha detto – sono ulteriormente rassicuranti sulla non comparsa di nuovi eventi avversi e confermano la presenza di soli sintomi lievi e transitori”.
Stando all’ultimo rapporto, il 13,8% delle segnalazioni raccolte riguarda reazioni gravi, con un tasso di 13 ogni 100mila dosi somministrate. “Chiariamo – sottolinea Magrini – che si tratta di segnalazioni di eventi e non di casi dove sia stato dimostrato il rapporto causale tra vaccino e conseguenze negative”.
“La funzione della farmacovigilanza è proprio questa. Raccogliere tutto ciò che, ad un’analisi approfondita, potrebbe costituire un problema”, ha spiegato, aggiungendo che “la comunità scientifica non ha dubbi” sulla sicurezza dei vaccini.
Vaccino, via libera alla terza dose
La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa ha dato via libera alla terza dose di vaccino, ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda. La priorità andrà agli immunodepressi.
Magrini ha spiegato che per gli immunodepressi, come i trapiantati o i malati oncologici, “c’è una certa urgenza di garantire una migliore maggior risposta al vaccino”, perché “ci sono chiare prove che non rispondono in modo ottimale alle due dosi”.
Per questa categoria di persone la terza dose va di fatto a completare il primo ciclo vaccinale, portando la risposta immunitaria a livelli ottimali.
Per il resto della popolazione invece, spiega Magrini, “occorre fare una riflessione, sulla base delle evidenze disponibili, di quali sottogruppi possono beneficiare di un richiamo e in che tempi”.
La priorità, come all’inizio della campagna vaccinale, andrà alle stesse categorie: ultraottantenni, personale sanitario e ospiti delle Rsa.
Covid e farmaci monoclonali
Riguardo all’uso dei farmaci monoclonali nella lotta al Covid, il direttore dell’Aifa ha detto che “alcune associazioni di monoclonali hanno avuto solo recentemente conferme della loro efficacia su un numero maggiore di malati e situazioni cliniche per le quali vi è un beneficio chiaro. Al contrario alcuni monoclonali usati da soli sono stati messi da parte”.
“I monoclonali – ha spiegato – hanno sinora mostrato di poter essere una terapia, una cura aggiuntiva, assieme all’ossigeno, agli anticoagulanti e al cortisone, con una efficacia discreta in pazienti con malattia moderata”.
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