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Vaccini, effetti e durata: 10 risposte ai dubbi più frequenti

Covid e vaccini: le risposte alle 10 domande più frequenti relative all'efficacia e agli effetti collaterali del siero

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Dallo scorso 27 dicembre, giorno in cui è iniziata ufficialmente la campagna vaccinale in Italia, sono state somministrate più di 39 milioni di dosi in Italia. In questi mesi non sono nemmeno mancate le incognite e le polemiche attorno all’efficacia dei quattro vaccini approvati, alla loro durata e ai loro effetti collaterali. Di seguito vengono offerte risposte – su cui concordano la maggior parte degli esperti – alle domande più frequenti poste dai cittadini.

  •  Si può essere positivi nonostante il vaccino? La risposta è sì, c’è questa eventualità, seppur le possibilità di infettarsi sono basse. Soprattutto su alcune varianti (ci sono molti studi in corso su tale tema), la protezione vaccinale potrebbe essere inferiore. Dai dati sulla protezione dall’infezione asintomatica dei vaccinati emerge comunque un quadro più che tranquillizzante: solo 1/2 persone vaccinate su 10 rischiano di infettarsi. L’80-90% dei cittadini è infatti protetto anche dall’infezione asintomatica.
  • I vaccinati si possono ammalare gravemente? Sempre affidandosi al parere degli esperti, un simile scenario è assai difficile che si verifichi. I dati emersi fino ad ora suggeriscono che le persone vaccinate, con uno dei quattro vaccini attualmente approvati e in uso in Italia, hanno oltre il 90% di probabilità di non sviluppare forme gravi della malattia.
  • A un vaccinato possono non essere rilevati anticorpi al test sierologico? Sì, anche se ciò non significa che il vaccino sia inutile. Questo perché il test vede se ci sono o meno anticorpi nel sangue, ma ad esempio non misura i linfociti T. Si potrebbe non avere anticorpi visibili al test e avere lo stesso una memoria immunitaria.
  • I vaccinati che si infettano sono portatori di contagio? Sì, ma è poco probabile che ciò avvenga. Gli esperti inoltre rimarcano che coloro che si contagiano dopo la vaccinazione, quasi sempre, hanno una carica virale bassa. E perciò è meno facile che infettino altre persone. Tuttavia, siccome ciò può avvenire, per ora, in attesa di studi più approfonditi, è opportuno continuare ad usare le protezioni contro il Covid.
  • I vaccini come si comportano con le varianti? Sulla vicenda l’Aifa ha diramato una nota in cui spiega la situazione: “Con una certa frequenza questo virus va incontro a mutazioni. La risposta immunitaria indotta dal vaccino protegge contro la maggior parte di queste varianti anche se, verso alcune di queste, l’efficacia della protezione può essere più bassa”. Per ora le ricerche hanno confermato che i 4 vaccini approvati sono validi contro le varianti, seppur sono un po’ meno efficaci contro quella indiana e contro quella brasiliana. Si sta lavorando su nuovi possibili aggiornamenti dei vaccini stessi per prevenire effetti dannosi scaturiti da altre eventuali mutazioni del virus.
  • Chi si è infettato prima del vaccino, deve comunque procedere con l’inoculazione? Chi è stato infettato e lo dimostra con i test, avrà un’unica dose di vaccino somministrata dopo almeno 3 mesi, ma non oltre 6 mesi dall’infezione. Doppia dose invece per le persone immunocompromesse o che seguono una terapia immunosoppressiva.
  • Dopo la vaccinazione quanto si è protetti? Per ora non c’è una risposta certa visto che la campagna vaccinale è iniziata da pochi mesi. Le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus spingono gli esperti a pensare che la protezione dovrebbe essere di almeno un periodo compreso tra i 9 e i 12 mesi.
  • Quanto protegge la prima dose? Sulla questione ci sono parecchi studi. La maggior parte concordano che ci sia già una forte protezione dopo 7-14 giorni dalla somministrazione della prima dose. Tuttavia, per beneficiare del massimo della protezione dei vaccini si deve completare il ciclo.
  • Ci sarà un terzo richiamo? La questione è assai dibattuta in ambito medico-scientifico in questo periodo e non ha ancora una risposta certa. Probabile che bisognerà effettuare una terza dose, ma non si sa ancora se in maniera estesa o solo per determinate categorie di persone.
  • Il mix di vaccini è davvero più efficace? Anche in questo caso nessuna certezza per il momento. Ci sono in corsi diversi studi in molti Paesi. Si sta cercando di capire se un mix sia davvero più potente, ad esempio se si riceve la prima dose con AstraZeneca e la seconda con Pfizer o Moderna. I primi risultati sono parsi eccellenti. In alcuni Paesi il mix è già stato autorizzato (Canada, Spagna, Francia, Germania). In Italia per ora non c’è il via libera.

Fonte foto: ANSA
Covid, vaccini e protezione: i dubbi più frequenti e le risposte

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