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Troppi 100 e lode agli studenti del Sud alla Maturità: prove Invalsi nel loro Curriculum, l'idea del Governo

Voti troppo alti per gli studenti del Sud alla Maturità, il Governo corre ai ripari: introdotte con un decreto legge le prove Invalsi nel Curriculum

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Un decreto legge per contrastare i voti troppo alti alla Maturità degli studenti del Sud Italia: così il Governo Meloni ha deciso di correre ai ripari in quella che sembra una significativa differenza tra i maturandi meridionali e quelli settentrionali, aggiungendo nel Curriculum le prove Invalsi.

Voti della Maturità troppo alti al Sud

I numeri riguardano gli ultimi esami di Stato, quelli della Maturità 2023: secondo i dati diffusi, il 61% di tutti i 100 e lode attribuiti in Italia si è concentrato nelle regioni del meridione, con la sola Campania che ne ha fatti registrati quasi il quadruplo della Lombardia, 2.620 contro 762.

Inoltre, regioni come Calabria e Puglia hanno riportato dati impressionanti se si va a rapportare il totale di diplomati con lode con il totale dei diplomati della stessa regione: 5,6%, contro l’1,1% di una regione come la Lombardia.

Gli esami di Maturità del 2023: stando alle statistiche, gli studenti del Sud hanno ottenuto una percentuale maggiore di 100 e lode rispetto ai loro colleghi del Nord

Discorso molto simili anche per i 100 senza lode, dove in Lombardia ce ne sono 4,4 ogni cento diplomati, mentre in Calabria se ne contano 12 e in Sicilia 10. E il Governo Meloni ha deciso di adottare delle contromisure per arginare la tendenza.

Il decreto legge del Governo

Lo scorso sabato 2 marzo è stato quindi pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto-legge 19/2024, che modifica l’articolo 14 del decreto legislativo 62 del 2017: “In una specifica sezione sono indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale di cui all’articolo 19, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese”.

Si fa così indirettamente riferimento alle prove Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), che hanno scopo di valutare, in alcuni momenti chiave del ciclo scolastico, i livelli di apprendimento di alcune competenze fondamentali in Italiano, in Matematica e in Inglese.

Il risultato di questi test andrà poi inserito nel Curriculum, permettendo così di evidenziare le differenze tra gli studenti del Nord e quelli del Sud, che a parità di voto hanno evidenziato competenze diverse, come rilevato dai dati Invalsi più recenti.

Dal decreto alla legge

Il provvedimento del Governo dovrà ora essere convertito in legge entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore. E le cose potrebbero cambiare drasticamente rispetto ai dati fin qui elencati.

I test Invalsi della primavera 2023, ad esempio, hanno fatto segnare i punteggi più alti per gli studenti superiori della Lombardia, posizionatisi nei livelli più alti sia in italiano che in matematica.

Per capire la differenza: il 10% degli studenti lombardi ha raggiunto il grado più alto (il quinto) in italiano, e il 23% in matematica. In Calabria invece, regione con una percentuale più alta di diplomati con lode, gli studenti arrivati allo stesso livello sono stati rispettivamente il 3,1% e il 6,6%.

Fonte foto: iStock

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